L'Inps ha reso noto (circolare 184 del 13 dicembre) i nuovi importi dei contributi pensionistici del 2022 dovuti dai ministri di culto assicurati al Fondo Clero. Il contributo annuale sale da 1.760,24 a 1.769,04 euro, con una differenza di 8,80 euro. Il pagamento corrente di ogni bimestre ammonta a 294,84 euro. La nota dell'Istituto illustra solo in questi giorni l'adeguamento annuale dei contributi, in realtà noto già dallo scorso luglio (G.U. 175/2021). Un ritardo suggerito dalla necessità di evitare il sovrapporsi dei nuovi importi ai contributi correnti del 2021. L'attuale rivalutazione si applica iniziando dai contributi del 2020, che finora sono stati versati con importo provvisorio e che assumono ora valore definitivo. Di conseguenza l'aumento si riflette sui contributi in corso quest'anno e su quelli nel 2022, ugualmente in via provvisoria fino a un successivo decreto. È quindi dovuto un versamento a conguaglio di 1,47 euro per un bimestre oppure di 0,73 euro per un mese. Per le sole integrazioni si può versare, senza interessi o sanzioni, fino al 31 marzo 2022. Per gran parte del clero cattolico provvede l'Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, per gli altri ministri il relativo ente confessionale, utilizzando i sistemi digitali più diffusi (PagoPa, Mav). Utilizzabili anche le convenzioni presso tabaccherie, ricevitorie, edicole, bar, farmacie e supermercati. Gli adeguamenti retroattivi sono dovuti anche dai pensionati, direttamente a cura dell'Inps sugli assegni mensili. Con l'occasione l'Istituto ricorda le specifiche disposizioni della legge del Fondo Clero (n.903/1973) relative agli obblighi contributivi, in vigore per i tutti i ministri di culto. Tra queste norme l'Istituto inciampa richiamando (art.7) i «sacerdoti che godono del supplemento governativo di congrua». Si tratta di un riferimento a un passato ormai consegnato alla storia, superato e sostituito sin dal 1985 dal sistema di sostentamento adottato per il clero dall'Istituto Centrale e in rispettiva misura anche dalle maggiori confessioni religiose. Agli obblighi contributivi del Fondo si sono invece sottratti i ministri di culto di alcune confessioni religiose che hanno stipulato nel 2012 una propria Intesa con lo Stato Italiano, spuntando, quanto alla previdenza dei rispettivi ministri, una semplice "facoltà" di iscrizione al Fondo Clero.