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Agevolazioni, interviene l'Inps

Vittorio Spinelli martedì 7 settembre 2010
Una svolta nel settore dei servizi sociali e delle prestazioni previste da comuni, province ed altri enti locali. Il diritto alle agevolazioni offerte alle famiglie per gli asili nido, l'acquisto dei libri, le mense scolastiche, gli assegni e le borse di studio, le utenze familiari e via dicendo viene tuttavia offeso dai pochi o tanti che barano sul proprio stato di bisogno. Le segnalazioni dei lettori dei quotidiani di ogni tendenza fotografano costantemente il triste costume dei furbi ed evasori che si dichiarano "poveri di reddito" per lucrare anche sui servizi e le prestazioni sociali, a danno specialmente delle famiglie numerose e monoreddito.
Interviene ora l'Inps " applicando una disposizione stabilita dalla recente manovra finanziaria " per annunciare l'avvio di una banca dati che conterrà tutte le informazioni sui beneficiari di prestazioni sociali agevolate. Tutti gli enti e gli organismi che concedono queste prestazioni hanno ora l'obbligo di comunicare all'Inps i dati in loro possesso. Le informazioni raccolte dall'Istituto saranno confrontate dall'Agenzia delle Entrate con le dichiarazioni dei redditi dei beneficiari delle prestazioni sociali. Le verifiche consentiranno di accertare i redditi personali superiori a quelli dichiarati da chi si finge povero.
Da tutto questo gli enti erogatori potranno perseguire i beneficiari fuori legge e procedere al recupero degli importi non spettanti. In seguito gli enti dovranno comunicare all'Inps i nominativi dei profittatori e a costoro lo stesso Inps, grazie ai nuovi poteri attribuitigli dalla legge 122/2010, dovrà irrogare una sanzione variabile da 500 a 5.000 euro.
La stessa sanzione è prevista per coloro per i quali, dopo lo scambio di informazioni tra Inps ed Agenzia, risulti che hanno in ogni caso dichiarato nel modello Dsu (dichiarazione sostitutiva unica), richiesto per accedere alle prestazioni sociali, redditi diversi da quelli dichiarati ai fini fiscali.
Le dichiarazioni Dsu, che allargano il campo degli accertamenti dell'Inps, ammontano ad oltre 6 milioni l'anno e, potendo essere utilizzate più volte nel corso di una stessa annualità, coinvolgono quasi un quarto dell'intera popolazione italiana, con una particolare concentrazione nel Mezzogiorno.
Carta acquisti. Entrata da ultimo fra le prestazioni sociali, la Carta acquisti (o social card) ha subìto di recente alcune modifiche nella procedura di rilascio. Si inizia presentando la domanda presso un ufficio postale. Le Poste comunicano all'Inps i dati delle nuove richieste. L'Inps verifica i requisiti di legge (almeno 65 anni di età e
reddito non superiore a 6.000 euro oppure età minore di tre anni) e ne dà notizia alle Poste. Se la verifica è positiva l'Inps dispone la consegna della Carta con l'importo da accreditare. Spetta unicamente alle Poste comunicare all'interessato la respinta, in caso di mancanza del diritto, oppure l'accoglimento, invitando il titolare a presentarsi per ritirare la Carta attiva e carica.