Pensiamo ad Afrodite come dèa dell’amore, e nel farlo ce la raffiguriamo secondo prismi e criteri spesso stigmatizzati, prefabbricati. Ogni dio, così come ogni mito e mitologia che da quel dio scaturiscono, possono venir riletti e ripensati, sino ad arrivare a far parte del nostro immaginario presente, a patto che il processo avvenga secondo declinazioni, modi, significati nuovi. Un procedimento simile, interessante per come innovativo, è quello che a partire dalla figura di Afrodite compie Francesca Sensini (Afrodite viaggia leggera, Ponte alle Grazie, pp.169, euro 16). Lavoro che è nello stesso tempo di decifrazione e di scomposizione: la dèa dall’autrice viene considerata secondo un prisma cangiante con il risultato di offrircene una visione attuale, anzi, di dirompente modernità. Donna amorosa e donna vittoriosa, questa Afrodite la cui intima natura sembra non conoscere mancanza: lei, donna per la quale la propria autosussistenza e completezza coincidono con il talento e la capacità di rendere completi gli altri, quelli che ama. Lei che essendo completa, completa, nel momento in cui elargisce il privilegio del proprio amore, e intanto, nel frattempo, aiuta l’uomo prescelto a diventare sé stesso, a realizzarsi. Lei sempre dinamica, in movimento, in viaggio. Lei la cui personalità è preponderante, e che tuttavia mai schiaccia l’altro, ovvero l’uomo che ha deciso di amare: anzi, appunto si impegna a guidarlo e a sostenerlo nella autorealizzazione. Sorta di musa ispiratrice, allora, questa Afrodite che da parte sua sempre mantiene rigorosi e netti i limiti del proprio valore, brava a stabilire confini non valicabili così che nessuno possa da lei pretendere alcunché, libero di avvicinarlesi ma solo secondo tempi e modi che è lei e lei unicamente a stabilire. Lei radiosa, tanto quanto inamovibile, di incrollabile determinazione. «Dea celeste, di luce, signora dell’eros, inteso come forza cosmica, del ciclo naturale, della guerra e della giustizia, bellissima e terribile». A tanta pugnacia nel modo di esser donna, corrispondono per contrappasso vicende nella storia della ricezione della dèa, piccoli grandi aneddoti che questi anche Francesca Sensini è capace di assemblare e raccontare con passione. Il busto di Afrodite scolpito da Prassitele nel 1V secolo avanti Cristo fu il primo nudo femminile nella storia della scultura (e dell’arte) greca. Lo scandalo che la statua destò fu tale, che gli abitanti dell’isola di Kos vollero venisse trasferita su un’isola più piccola, non lontana dalla Turchia, dove al contrario divenne subito statua amatissima, visitata di continuo da pellegrini e proto turisti in adorazione. Viaggia leggera, Afrodite, come recita il titolo di questo libro composito e denso quasi fosse un racconto lungo: eppure la sua leggerezza non smette di disorientare, come può l’immensa energia che è di una donna quando sa amare con impeto, ma anche con molta intelligenza del cuore. La storia di quel disorientamento davanti alla forza dell’amore femminile, è storia di tutti noi. Sempre uguale, sempre diversa. Ma nostra, senza eccezioni.
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