La foto del cinghialetto striato davanti a una vetrina dell'Outlet di Serravalle Scrivia ha fatto il giro dei social destando ilarità e tenerezza. Il cucciolo s'era perso al mattino presto, prima che gli animali si ritirassero nei boschi, in attesa del ricambio, con l'arrivo di auto e persone pronte a fare acquisti. Ma anche i cinghiali impertinenti sulle spiagge della Sardegna che frugavano nei cestini dei picnic hanno fatto notizia, pur se sembra che il fatto non abbia scosso più di tanto. Qualcosa è cambiato nell'equilibrio territoriale e di certo grazie al lockdown gli animali selvatici hanno guadagnato terreno. Bartolo, 72 anni, da anni gestisce il ristorante hotel della Pace a Sambuco, in Valle Stura, e in questi giorni riaccoglie i turisti dopo la chiusura forzata. Ma si è spaventato l'altra mattina, quando alle 6 è andato nel bosco in cerca di funghi e dietro di sé ha sentito il grugnito di una famigliola di cinghiali che protestava, forse, per l'invasione di campo. Al di là di questi puntuali episodi, i cinghiali in Italia sono diventati tanti e – se è vero che in alcune aree sono braccati dai lupi, anch'essi riapparsi non solo sugli Appennini – durante la notte devastano orti, coltivazioni di ogni genere, vigne... Abbatterli per contenerli, oppure lasciarli stare, in nome di una convivenza pacifica? Sembra la parabola del Covid: dovremo conviverci con o senza varianti, come ha annunciato Johnson che in Inghilterra darà il «liberi tutti» il 19 giugno nonostante l'impennata dei casi? I piani sono diversi, ovviamente, ma di mezzo in entrambi i casi c'è il sacrificio di un'economia che deve ripartire. In Brianza un gruppo di amici ha creato FattorMia, un portale dedicato all'adozione di un produttore agricolo, per crearsi la propria azienda agricola virtuale che ha tuttavia un'interfaccia reale; paghi un abbonamento annuale e dal sito vedi crescere la tua pianta di ulivo o di pesco o il tuo animale. Poi arriverà il giorno in cui ti aspettano in azienda per consegnarti il raccolto, proporzionato all'investimento. Sembra un gioco, ma in realtà è un modo efficace per creare quell'alleanza fra città e campagna che significa condividere anche le problematiche che vive un agricoltore contemporaneo. Che non può essere lasciato solo in balia degli eventi, con una politica che non decide, perché forse non è più l'area rurale il terreno dei consensi. Se si rinsalda questa alleanza, invece, il consumatore che si trasforma in co-produttore crea una potenziale massa critica. Che chiede di fare i conti.