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Adesso il grano vale più del petrolio

Andrea Zaghi domenica 29 marzo 2020
Il grano vale più del petrolio. E non basta, perché tutte le quotazioni delle materie prime agricole stanno aumentando: esattamente il contrario di quelle del mercato azionario. Merito (o colpa) della domanda di prodotti alimentari e soprattutto della corsa agli alimenti di base a sua volta spinta da Covid-19. Tornano così strategiche le grandi coltivazioni. A ragionare sulla situazione sono in molti. Coldiretti spiega: «Gli effetti della pandemia si trasferiscono dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi fino alle produzioni agricole la cui disponibilità è diventata strategica con le difficoltà nei trasporti e la chiusura delle frontiere, ma anche per la corsa dei cittadini in tutto il mondo ad accaparrare beni alimentari di base». I numeri parlano chiaro. Il prezzo internazionale del grano nell'ultima settimana ha fatto registrare un ulteriore aumento del 6% alla borsa merci di Chicago. Un balzo in avanti che viene spiegato con la decisione della Russia di limitare le esportazioni, dopo che la scorsa settimana le quotazioni del grano avevano superato addirittura quelle del petrolio degli Urali. Sempre presso le principali borse merci, l'aumento delle quotazioni delle materie prime agricole è segnato, nell'ultima settimana, dai contratti per le consegne a maggio il cui prezzo è salito del 6%, mentre la soia è salita del 2% e il mais dello 0,7%. Le strategie commerciali dei grandi produttori appaiono piuttosto semplici. Oltre alla Russia, il Kazakistan, uno dei maggiori venditori, ha addirittura vietato le esportazioni del prodotto. Speculazioni forse. Ma chi può, sta pensando, oltre a combattere il virus, anche a garantire l'approvvigionamento delle materie prime agricole di base. E il grano è, da sempre, il re delle materie prime. Ed è in buona compagnia, visto che tensioni simili si registrano per il riso con il Vietnam che - riferisce ancora la Coldiretti - ha temporaneamente sospeso i nuovi contratti di esportazione mentre le quotazioni in Thailandia sono salite ai massimi dall'agosto 2013. Ed è in crescita anche il prezzo della soia, con gli Stati Uniti che si contendono con il Brasile il primato globale nei raccolti e la Cina che è la più grande consumatrice mondiale. E l'Italia? I coltivatori spiegano che proprio il grano resta la coltivazione più diffusa nel Paese. Ma si potrebbe fare di più, arrivando quasi all'autosufficienza. Magari guardando con attenzione alle cosiddette aree interne.