Addio al marchio di Skype non alla sua rivoluzione

Si perderà un pezzo di storia della tecnologia il prossimo 5 maggio: Microsoft chiuderà Skype, il software pioniere per le videochiamate, tramite la tecnologia Voice over IP che permette di digitalizzare la voce mediante il protocollo Internet. Anche la sua crittografia era una caratteristica innovativa all’epoca, garantendo, già nel 2003, un elevato grado di sicurezza, grazie alla crittografia end-to-end, di cui solo da pochi anni si sono dotati i rivali più “giovani” come iMessage e FaceTime di Apple, Facebook Messenger, Signal e WhatsApp, tra gli altri.
Da maggio Skype convergerà in Teams, piattaforma della stessa società di Redmond, più dinamica e dotata di intelligenza artificiale, per stare al passo con la concorrenza di Zoom, Google Meet, WhatsApp che hanno fatto un balzo in avanti con la pandemia.Bisogna riavvolgere il nastro della storia di Internet fino al 2003 quando i brillanti Niklas Zennström e Janus Friis fondarono Skype, nome che evoca il cielo e la libertà, sottolineando così la funzione principale del software: superare la distanza fisica connettendo le persone attraverso la Rete. La sua uscita fece saltare il redditizio modello di business del settore delle telecomunicazioni. Le chiamate all’estero, in quegli anni, avevano costi astronomici.
Ed è «grazie a Skype che le tariffe telefoniche – ha scritto il divulgatore informatico Paolo Attivissimo – si sono trasformate radicalmente rispetto a vent’anni fa. Concetti come la tariffa interurbana o quella ridotta notturna per le chiamate sono oggi ricordi sbiaditi». Skype permetteva non solo le telefonate tra utenti Skype, che negli anni 2010 arrivarono a 300 milioni in tutto il mondo, ma anche l’acquisto di credito e la possibilità di utilizzare la tecnologia VoiP per chiamare numeri di telefono tradizionali, in tutto il mondo, con tariffe bassissime e “fuori mercato”.Ma come è stata possibile questa rivoluzione della nuvoletta azzurra (il logo di Skype, ndr)? Agli inizi degli anni 2000 Skype ha offerto per primo la possibilità di sentirsi e vedersi gratuitamente: sfruttava la connessione Internet unita alla tecnologia peer-to-peer per condividere file, che pochi anni prima era stata accusata di aver facilitato la pirateria dilagante di musica e film nei primi anni 2000. Lo stupore di potersi parlare via Internet era ovunque e Skype raggiungeva milioni di utenti in pochissimo tempo.
Oggi parlare con chiunque a qualsiasi distanza è la nostra quotidianità, ma, allora, è come se Skype avesse aperto i confini del mondo della comunicazione online. Il 2007 non fu solo l’anno del primo Iphone negli Usa; in quei dodici mesi uscì anche il primo skypephone, con un design scanzonato. A prima vista, poteva sembrare un giocattolo. E, invece, era come avere nascosto dentro al telefonino – che allora non era smart – la potenza di un pc connesso alla Rete e con Skype sempre aperto. Si diventava raggiungibili per chiamate e messaggi di testo gratuiti, esattamente come era possibile fare a casa davanti al computer, con l’applicazione della nuvola aperta.
E tutto a costi esigui. Secondo Zennström «Skype è stato un prodotto rivoluzionario per il suo tempo e sarò sempre orgoglioso e grato ai primi membri del team e agli investitori che hanno colto l’occasione con noi». Ma oggi che le chiamate via Internet sono integrate in decine di applicazioni così come la crittografia end-to-end, Skype è diventata marginale, reliquia di un tempo andato. La sua eredità però vive nella tecnologia che protegge le comunicazioni di tutte le app di chat più popolari al mondo. E il mondo è un posto più sicuro e libero, grazie alle idee rivoluzionarie degli sviluppatori della nuvoletta azzurra.