Acqua, una variabile nei campi
Tutto ciò ha evidenti ripercussioni economiche. Gli effetti del caldo e della siccità nel 2011 si sono già fatti sentire con il crollo della presenza di funghi e tartufi che necessitano di acqua per crescere mentre nelle campagne si è verificato – dicono sempre i coltivatori – un calo nei raccolti di olive da olio (-5%) e uva da vino con una vendemmia di qualità ma al minimo storico di 40 milioni di ettolitri, oltre il 13% in meno rispetto allo scorso anno. Al di là dei singoli raccolti, d'altra parte, c'è già un dato generale. In termini congiunturali, il Prodotto interno lordo agricolo, stando agli ultimi dati disponibili, si è ridotto quasi dell'1% (anche se i numeri non sono definitivi). Certo, non si tratta di un risultato dovuto solo alle scarse piogge e al clima avverso. L'aumento di molti costi di produzione, l'andamento altalenante dei mercati, le difficoltà generali dell'economia hanno costituito altrettanti elementi di difficoltà per un comparto che da sempre non è in grado di reagire velocemente ai cambiamenti, avendo a che fare con cicli naturali di produzione. A tutto ciò, comunque, il clima apporta elementi produttivi importanti di cui gli agricoltori devono tenere conto. Poi, come si è detto, c'è il futuro in cui l'acqua giocherà ancora un ruolo determinante. È necessario che vengano ristabilite le scorte idriche, con la neve in montagna e l'acqua nei terreni, da usare come fattore di produzione con l'arrivo del caldo primaverile-estivo. Insomma, al di là dell'economia e della finanza, dell'imposizione fiscale e dei mercati, gli imprenditori agricoli ancora una volta guarderanno spesso verso il cielo.