M acbeth è una delle più cupe tragedie di Shakespeare e di sempre. Macbeth e Banco, generali di Duncan re di Scozia, tornando da una vittoriosa campagna contro i ribelli, s’imbattono nel bosco in tre streghe, le quali profetizzano che il primo sarà barone, e poi re. La profezia pare avverarsi. Il valoroso guerriero è nominato barone, e in preda a esaltazione decide il compimento dell’oracolo, assassinando di notte il re Duncan di cui è ospite, sostenuto dalla moglie, Lady Macbeth, che si rivelerà più sanguinaria ancora del marito. Di qui ha inizio la tragedia di efferatezze, incubi, che culminerà con la foresta, che, sempre secondo profezia, si muoverà fino a far morire il re impazzito nel suo castello. Macbeth, assassino sanguinario, è comunque vittima di un’aggressione tanto difficile da combattere quanto gravida di conseguenze. Forza, lealtà, coraggio, ma ecco che le forze del male decidono, nella stessa scena, di realizzare un piano che supera tutte quelle virtù.
Quando arriva a corte è il più valoroso dei combattenti per il re. E indubbiamente Macbeth aveva difeso e salvato il regno con coraggio e tenacia. Ha incontrato tre streghe, e inoltre gli spetta la successione. Efferato, ma comprensibile. Shakespeare, la tragedia: il bene e il male, a volte mescolati misteriosamente.
© riproduzione riservata