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A tu per tu col Bambino

Maria Romana De Gasperi sabato 11 dicembre 2010
«Non ho voglia di fare Natale quest'anno. Scusami Gesù Bambino, ma non sento nessuna gioia, solo malinconia, tristezza. E se penso a cosa succede in questo nostro mondo dove le bambine scompaiono appena fuori di casa, dove altre trovano la morte nel proprio garage, come faccio a pensare agli addobbi delle feste, alle luci, ai regali?». «Bravo: e credi che Io quando sono venuto sulla terra sia stato accolto meglio? Non mi avete dato neppure una coperta dove nascere, neppure un braciere per non soffrire il freddo, solo quei due poveri animali che si sentirono certamente defraudati della loro paglia. E tu che hai un letto per dormire e un tetto per ripararti dalla pioggia ti lamenti?». «Sì, ma vedi: sono solo e non ho più amici, i parenti non mi cercano, altri non mi amano e le feste mi sembrano inutile spreco di tempo. E poi vengo a conoscere solo cose negative: i giovani che sembrano aver perduto qualsiasi iniziativa a meno che non sia contro loro stessi e non hanno aspirazioni, né inventiva, pare vivano in un deserto di idee e di desideri. E come potrebbero averne, quando sembra ci sia solo il vento del male che circonda il nostro mondo?». «Non esagerare, metti un paio di occhiali migliori e guarda ciò che non appare nelle prime pagine dei giornali, sul tuo video della sera. Pensi che ai miei tempi, duemila anni fa, io abbia scelto di venire tra voi perché ogni cosa andava bene? Chi mi è venuto incontro la prima notte? Solo dei poveri pastori e qualche angelo che mio Padre dal cielo mi ha voluto mandare per consolarmi. Piangevo? Non me lo ricordo, ma guardavo chi mi amava e cercavo di non pensare alla fine che mi stavate preparando. Forse non lo sai, ma le vostre strade sono piene di brava gente che non fa chiasso, che non si fa vedere quando divide il suo pane con altri». «Ma, Bambino Gesù, il pane lo do anch'io, la carità l'ho sempre fatta. Non per questo mi ha dato felicità. Nessuno mi è stato grato quando ho fatto regali, quando ho aperto la mia casa per le grandi feste con gli alberi illuminati, le tavole fiorite, le canzoni del Natale. Ora non ho più niente di tutto questo. Mi sei rimasto solo tu, mezzo spogliato in una culla di carta con un san Giuseppe meravigliato del tuo arrivo e una Madonna piegata su di Te con un piccolo sorriso impaurito per il tuo futuro». «Vedi, quel sorriso mi ha dato il coraggio di crescere, di camminare scalzo per le vostre strade, di parlare per l'amore e per la pace. Non ti chiedo di rinunciare alle tue scarpe e camminare nella polvere, ma di spendere la gioia che Io ti ho messo nel cuore quando hai gridato per la prima volta alla vita. Ti chiedo di non perdere il tuo tempo nella critica senza valore, di migliorare te stesso senza farlo pesare agli altri, di cercare la bontà e distenderla come un lenzuolo al vento perché altri ne possano godere. Raccogli le tue piccole gioie e fanne un girotondo per i bambini delle guerre perché imparino che la pace è segno d'amore e si passa da uno all'altro tenendosi per mano e che Io sono qui, anche quest'anno e voglio le vostre luci, i canti, i presepi e gli alberi di questo Natale».