A proposito di speranza: naufragi e buone navigazioni
peranza che vai, speranza che vieni. La parola “speranza” naviga (e naufraga...) sui giornali. Presente, assente, evocata. La visita del Papa in Iraq è gravida di speranza: «Francesco potrà forse far rinascere la speranza in chi l'ha perduta da troppo tempo (...). Il Papa sa che il popolo iracheno ripone grande speranza in questa visita», scrive Tahar Ben Jelloun sulla “Repubblica”. Sul “Giornale”, Gian Micalessin parla con don Daniele, prete italiano in Iraq: «Questa è una Chiesa martire. La presenza di Francesco sarà un grande segnale di speranza per resistere e vincere contro la morte». Tutti concordi? Ci mancherebbe altro. Il partito anti-bergogliano tuona su “Libero”: «Il Papa parla contro i terroristi ma gli islamici se ne fregano. Bergoglio condanna le violenze religiose senza dire che a generarle è il Corano». A “fregarsene” di tali commenti pare siano i cristiani di laggiù: «In Iraq la Chiesa è viva. La festa dei cristiani per il Papa pellegrino» (“Giornale”).
La speranza altrove tace e cede il posto alla descrizione dell'inerzia. Ad esempio sul “Corriere” nella rubrica “Il caffè” di Massimo Gramellini (titolo: «Gli indifferenti»), eccezionalmente da rinominare “La camomilla”: «La stanchezza prevale sulla speranza, sulla disperazione e almeno per ora sulla rabbia». Gli fa eco Carlo Verdelli sul progressivo impoverimento degli italiani: «La pandemia ha accelerato brutalmente il processo di sganciamento dei vagoni di coda del treno Italia». I poveri «sono un esercito, 5milioni 600mila. Un numero enorme. La disperazione di questi tanti è, per ora, muta e invisibile». Più depresso ancora è Erri De Luca, intervistato da Antonello Caporale sul “Fatto”: «Credo che le mascherine non le toglieremo mai più». Segnali positivi? Cerca e ricerca, su “Libero” spuntano i negozi Kiko: «L'atalantino Percassi assume mille giovani». Soprattutto emerge il bel titolo della “Repubblica” alle pagine sull'8 marzo: «I diritti delle donne sono diritti di tutti». In prima: «Tutta Italia dietro Luna Rossa». Luna, al femminile.