C'è una canzone, coraggiosa per l'89, che è una sorta di lettera aperta alla ragazzina afroamericana che quattro anni prima, appena quindicenne, aveva massacrato per soldi un'anziana: venendo poi condannata nell'Indiana, ancora minorenne, alla pena di morte. «Pauline… Cosa fai quando viene la notte? Dove vai? Le tue amiche sono le solite, o no? Tua madre, si sa, non ha speso mai lacrime… Tu cosa fai, dove vai quando viene la notte…? «Vado al mare, senza i pensieri che mi spaccano la testa… Sogno il mare, tuffarsi e nuotare… Voglio il mare! Lì riuscirei anche a pregare… Chiedere scusa, se si può chiedere scusa: voglio pagare, ma pagare con l'attesa… Non finire uccisa. Cos'hai fatto, Pauline, per un pugno di dollari? Ti serviva davvero, quel pugno di dollari? Pauline, abbi cura di te… Abbi cura di te»«Vado al mare, senza i pensieri che mi spaccano la testa… Sogno il mare, tuffarsi e nuotare… Voglio il mare! Lì riuscirei anche a pregare… Chiedere scusa, se si può chiedere scusa: voglio pagare, ma pagare con l'attesa… Non finire uccisa. Cos'hai fatto, Pauline, per un pugno di dollari? Ti serviva davvero, quel pugno di dollari? Pauline, abbi cura di te… Abbi cura di te». A seguito di un'ampia mobilitazione umanitaria nel mondo, la pena di Paula Cooper venne poi commutata in sessant'anni di carcere: la donna è stata scarcerata nel 2013 ed è morta suicida nel 2015. Cinque mesi fa se n'è andato anche Giampiero Artegiani, autore-interprete del brano, cantautore di rango e sensibilità: erano i giorni di Sanremo (che la sua "Perdere l'amore", interpretata da Massimo Ranieri, vinse) ma il Festival non l'ha ricordato. Eppure, Artegiani ha lasciato canzoni importanti come questa. Canzoni da leggere, e da riscoprire.