Mario, da bimbo, con il padre in guerra, all'ora di pranzo girava le porte del cortile con un piatto, nel quale chi deponeva una cucchiaiata di risotto, chi una forchettata di pasta e lui tirava insieme il pranzo. David Copperfield, rispetto a lui, era un signore. La maestra lo crede sordo, in quanto non conosce una sola parola che non sia dialettale. Questo a Milano. Ognuno ha un suo aratro per dissodare la vita. Mario, da garzone diventa operaio, poi capofficina ed alla fine sarà l'industriale che produce le ruote dentate più grandi del mondo, ad esempio per le miniere di rame del Cile. Studia alle serali ma intanto è per tre volte campione del mondo di ciclismo nel dietro motori al Vigorelli di Milano. Quasi a caso, un giorno si iscrive, con un suo vecchio fucile, al campionato italiano di tiro al piccione e, neanche a dirlo, diventa campione italiano. Entra nella massoneria, divenendo Gran Maestro. Un giorno che Mario è a una mia conferenza, diventiamo amici. Ogni settimana mangiamo il merluzzo insieme, nelle locande a me care. È "in sonno" da dieci anni, nella massoneria. Il venerdì, dopo il merluzzo, ci fermiamo a un'edicola religiosa. È l'avemaria settimanale. Dopo tre anni, Mario, ottantenne, raggiunge i suoi genitori. D'un giorno, noi due fummo la notte e il dì.