Una bella edizione che racconta il lago di Como, arricchita da infinite fotografie a colori, ci racconta la storia dei paesi che si riflettono in quelle acque che passano velocemente dall'azzurro al cenere, come oggi quando scende una leggera pioggia che ci nasconde il Resegone. E Resegone è il nome di un giovane giornale promosso dal Centro culturale San Nicolò che si avvale di articoli e scritti soprattutto di giovani della cittadina di Lecco dove sono chiamata a parlare in una giornata di studio e di approfondimento riservato ai ragazzi lecchesi anche qui sul tema: “De Gasperi e l'Europa e l'europeismo: una identità da non perdere”. Questa iniziativa ha suscitato l'interesse di alcuni istituti scolastici superiori del territorio, ma l'invito è rivolto a tutti gli studenti del quarto e quinto anno dei licei cittadini. La sala non aveva una sedia vuota. Fuori pioveva a piccole gocce senza il minimo rumore e quel velo d'acqua regalava fascino alle luci delle piccole spiagge del lago, alle barche tirate a riva, ai lampioni che nell'ombra della sera mandavano messaggi di serenità e di pace. «Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno...» e mi pareva di sentire la voce di mio padre che leggeva i Promessi sposi su quel libro dalla rilegatura marrone con le lettere dorate che ancora fa parte della mia biblioteca. La sua voce si fermava nei punti importanti, saliva di tono nelle sequenze più forti, per diventare dolce e serena quando il racconto passava dall'apprensione dei personaggi ad un abbraccio silenzioso. Avevo dieci o dodici anni quando assieme a mia sorella Lucia, sedute sul tappeto accanto alla poltrona di pelle scura dove era nostro padre imparammo cosa poteva essere la violenza, il sopruso, la bontà, l'innocenza. La sera dopo cena, anche quando era stanco, egli ci regalava a piccole gocce la sua cultura, il suo amore per la vita, la sua fiducia nella bontà degli uomini e la sua fede nella bellezza di Dio. «Cercate fra le mie carte, ci disse un giorno, non troverete niente di incoerente e di cambiato». Cosa potevo raccontare ai giovani di questa sala se non che mantenere diritta la propria vita, fare bene il proprio lavoro, non tradire i principi ai quali ci era stato insegnato a credere voleva dire migliorare il tono della vita di ognuno e di tutti. Che qualsiasi situazione negativa del nostro Paese passava anche per le nostre defezioni, per le nostre incoerenze, per le infedeltà verso il bene pubblico e che tutto ciò, portato avanti negli anni, alla fine chiedeva di essere pagato da tutti. Lecco, piccola città di imprese minori, di alto artigianato, di gente che vive di una modesta ricchezza regala a questi giovani la propria esperienza di collaborazione e di un serio impegno nel proprio lavoro nella visione di una patria più grande. La “Freccia rossa” taglia veloce la notte e nel buio striature rosse corrono a poca distanza dal treno. Sono le macchine sull'autostrada. In poche ore si ritorna a casa. Come è diventato piccolo il mondo e come dovremmo sentirci più vicini e tendere la mano uno all'altro.