A fine serata, quel piatto di pasta per l'indigente
Il ristorante si chiama "Il Piccolo Principe", come la fiaba di Antoine de Saint-Exupéry che, insegna, a piccini e grandi che «non si vede bene che con il cuore, giacché l'essenziale è invisibile ai nostri occhi». Insomma, un programma di vita, insito nel nome stesso che Gianluca e Simona hanno voluto dare al locale, quando hanno deciso di venire qui, dopo che lei ha lasciato un impiego importante, come assistente di direzione. Ha seguito un sogno, e sicuramente l'amore: per il marito e per il loro bambino, affermando che, sempre mutuando la lezione del Piccolo Principe, nella vita sono importanti l'amore, l'amicizia e non principalmente il possesso delle cose. Ora, se ieri si è celebrato San Valentino come festa degli innamorati questa storia ci spiega il significato di cosa voglia dire essere una famiglia. Con un'attività commerciale, che accende le luci in una via, in un paese, che rappresentano molto di più di un numero di partita Iva. Lo sono a prescindere, anche se non si chiamano "Piccolo Principe", di nome e di fatto. Sono una rete di presidio umano, che la politica deve tutelare, ora che la tempesta continua a non dare tregua, con gli aumenti delle bollette quadruplicati, delle materie prime e di tutto il resto. Pensiamoci!