A 1700 metri il pallone è un'altra cosa
molto lavoro da fare per garantire una manifestazione minimamente protetta dal punto di vista logistico e decentemente avviata a un successo tecnico. Tutto si potrà fare, d'ora in avanti, per la sicurezza e l'ospitalità, tutto, fuorché spianare le montagne. Perché il colpo degli Usa sulla Spagna e l'eccellente prova del Sudafrica contro il Brasile hanno messo in evidenza il problema dell'altura: oltre i 1.300 metri
(e la semifinale vinta del Brasile si è giocata ai 1.700 metri di Johannesburg) il calcio è un'altra cosa. Intanto serve un'adeguata preparazione (che l'Italia, ad esempio, aveva a Messico '70 e non a Messico '86), poi devi dare la preferenza a giocatori fisicamente in grado di sopportare l'altura, dunque con privilegio dei giovani. Gioventù vorrà dire anche concreto tentativo di partecipare al Calcio Allegria esibito dai Sudafricani. Balotelli e Cassano li avrebbero esaltati, i ridenti trombettieri, e allora portiamoli, tra un anno, lasciando a casa remote nostalgie e perniciosa gratitudine. Così ci prepareremo al Grande Cambiamento del calcio. Le cronache di questi giorni parlano chiaro: ai festosi "Bafana Bafana" si sono accompagnati i coraggiosi ragazzi della Nazionale iraniana che, con una fascia verde al braccio, hanno testimoniato la loro solidarietà per chi in piazza, a Teheran, difendeva la libertà. Il gioco del pallone cresce in un Mondo Nuovo: non così stupidamente mercantile come vogliono venderlo lo stoldo Real Madrid e i suoi imitatori impegnati a rinverdire il mito dei "Ricchi Scemi".