365 delusioni
la verità spogliandola dai paludamenti dell'ipocrisia che la deformano. Un esempio alla voce «Aiutare: crearsi un ingrato». Oppure per «Cultura: Tipo di ignoranza che caratterizza lo studioso». Ma stiamo alla citazione che abbiamo posto, un po' maliziosamente, all'inizio di questo 2006. Bierce ha ragione a smorzare la retorica delle illusioni che ci vengono ammannite con gli auguri di rito o che sono il condimento della politica, della pubblicità e persino talora di una certa religiosità solo consolatoria, sentimentale, curativa. Il famoso oratore greco Demostene (IV sec. a.C.) ammoniva: «Nulla è più facile che illudersi. Perché l'uomo crede vero ciò che desidera». Scendiamo, allora, sul terreno sassoso della vita e procediamo con uno sguardo meno trasognato e con progetti più realistici. Un po' di verità l'aveva anche il poeta inglese del '700 Alexander Pope quando coniava questa «nona beatitudine: Beato colui che non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso». Guai però a estinguere nel cuore ogni desiderio e attesa, a spegnere ogni sogno: si perderebbe anche la voglia di vivere e si strapperebbe dall'anima il seme della felicità.