scaffale basso 17 agosto 2016
Pancake Court ci sono misteri da indagare e gialli da risolvere? Bé si può cominciare insieme a
Ely dal mistero del tombino in giardino, passare per quello del postino addormentato o della ciabattina perduta e finire con quello della corda che si allunga, coinvolgendo amichetti del quartiere e vicini di casa. Intrigo e divertimento garantiti. Dagli 8 anni.
I salotti di Pammydiddle, come la vita quotidiana di questo improbabile villaggio della campagna inglese, sono un covo di ragazze da marito, vedove sbarazzine, fascinosi bellimbusti, pettegolezzi, bisticci, ambizioni e progetti di accasamento, vinello rosso in luogo del tanto british tè. A raccontarli in questo romanzo breve, Signorina attaccabrighe (Donzelli editore, titolo originale Jack and Alice), è nientemeno che la mitica Jane Austin. Aveva solo quindici anni nel 1790 la più amata e celebrata tra le autrici britanniche e non solo, quando per divertimento metteva mano a un’operetta dai tratti paradossali, portando in scena un manipolo di personaggi caricatura di se stessi, a cominciare dalla protagonista Alice, la ragazzetta di buona famiglia, aspirante a diventare moglie del bello, ricco e attraente Charles Adams, scapolo d’oro ben intenzionato a scegliersi da solo ben altra consorte, alla propria altezza. Respinta e umiliata Alice non disdegna di annegare nel vinello i propri dispiaceri amorosi tutti confidati tra bisticci e discorsi di rara banalità alla originale, svampita e perfida Lady Williams, campione di frasi d’occasione quanto strampalate. Un’opera prima che sorprenderà le giovani lettrici magari già appassionate ai capolavori classici
della Austen come Orgoglio e pregiudizio, Ragione e sentimento o Emma. A completare il tono brillante
della storia, le illustrazioni a matite e china
di Andrea Joseph, illustratrice inglese originaria del Derbyshire, teatro di tante storie di Jane Austen. Dai 15 anni.
E’ al mare, solo con la mamma, ha fame e un po’ si annoia il piccolo elefante. E come spesso succede anche ai bambini, la noia subita a lungo porta insofferenza, stanchezza e incapacità di uscire da un circolo vizioso di irrequietezza. Piccolo Elefante è stufo di costruire castelli di sabbia, di raccogliere conchiglie… ed ecco che dalla mamma arriva un suggerimento fulminante: scavare una buca per arrivare in Cina!La proposta si presenta entusiasmante, anche perché la mamma mostra di sapere molte cose sulla Cina. In compagnia del suo saggio orsacchiotto il piccolo si mette all’opera e,
senza andare troppo lontano dall’ombrellone dove sua mamma prende il sole, con la forza della fantasia scava e parte per il viaggio fantastico, portando in corredo un piccolo dizionario di parole cinesi utili, che riguardano il cibo e i draghi (perché si sa che nel Paese del sol levante è facile incontrarli). Piccolo elefante va in Cina (orecchio acerbo; 13 euro) è il secondo volume di una serie che segue le complicazioni della crescita dei più piccoli. Il primo albo Piccolo elefante cresce, che affronta la paura del buio, ha vinto il premio Andersen 2015 come miglior libro per la fascia 0/6 anni.
Al testo di Sesyle Joslin si accompagnano le consuete e raffinate illustrazioni sui toni dei grigi e del seppia di Leonard Joseph Weisgard. Dagli 8 anni.