scaffale basso 11 aprile 2016
Alla scuola coranica è sua madre a portarcelo. Solo così Irfan avrebbe potuto studiare e mangiare almeno una volta al giorno. Ha tredici anni il ragazzo, è intelligente e mingherlino ma a casa – a pochi chilometri da Islamabad - dove l’orto del nonno fornisce solo insalata e patate, non ce n’è per tutti. Alla madrassa, però, la vita è più dura e diversa da come la si era immaginata: si prega ossessivamente e si recita a memoria il Corano fino allo stremo. La disciplina è più che rigida, nulla di adatto a un ragazzino. Presto Irfan conosce il lato oscuro dell’islam sanguinario, assaggia le punizioni sadiche e scellerate impartite per ogni minima trasgressione, castighi che lasciano segni sul corpo e nell’anima, propedeutici a forgiare i martiri, eroi da temprare, nella folle logica talebana, nel corpo e nello spirito, alimentando con il terrore l’idea del sacrificio. Perché è di questo che si tratta. Pian piano Irfan scopre che in quella scuola i talebani hanno un progetto ben chiaro su di lui. Sarà un kamikaze, dovrà dimostrare di non avere paura di immolarsi per la fede e ottenere quel posto in paradiso che tocca ai martiri. Irfan, che della fede ha conosciuto il lato pacifico e generoso incarnato da suo nonno, va in crisi, si interroga sul senso dell’eroismo e del martirio. E questo è il primo passo che gli permetterà di prendere in mano le sorti della propria vita, scegliere con la mente e con il cuore, pensare con la propria testa. E mandar giù la paura, che vuol dire superarla. Mangiare la paura ( Il Battello a Vapore Piemme; 15 euro) è una storia di formazione, intensa benché dura, inscritta dentro una Storia più grande di scottante attualità, quella che Antonio Ferrara racconta con un linguaggio, asciutto e poetico insieme, che va dritto al cuore. Una storia che parla il linguaggio delle emozioni per condurre i ragazzi al momento delle riflessioni. Dai 13 anni.
Un topino dal musetto rosso e lunghi baffi fa da cicerone tra le pagine di questo coloratissimo catalogo delle cose che fanno parte della nostra vita, una vera e propria enciclopedia grafica – ma nulla qui sa di scolastico - che si rivolge ai più piccoli. Numeri, forme, colori, parti del corpo e oggetti di abbigliamento, cose di casa e cose che si trovano fuori casa, frutta, animali selvatici, della fattoria e del mare. E tanto altro ancora. Insomma c’è un mondo tutto da osservare, riconoscere e nominare in questo albo a figure intitolato Mille cose (Emme edizioni; 18 euro) in cui gli oggetti e i concetti sono abbinati alle parole. Un volume raffinato da sfogliare e leggere ad alta voce, assieme ai più piccoli, che così possono ritrovare nelle doppie pagine tematiche le immagini stilizzate e colorate del mondo in cui sono immersi, e magari riconoscere le prime parole all’interno di una grafica minimalista e accattivante. Anna Kövecses è un’illustratrice nata in Ungheria che attualmente vive a Cipro. Collabora con la BBC e il “New York Times”. Dai 3 anni.