scaffale basso
Con il suo inconfondibile stile sintetico e colorato l’americano Todd Parr continua
a parlare ai più piccoli di argomenti che hanno a che fare con le difficoltà della vita di tutti i giorni. Il titolo di questo albo pubblicato da ElectaKids è esplicito: Sbagliare si può (12,90 euro) è un divertente compendio di situazioni spiacevoli e imbarazzanti che però trovano sempre in ogni doppia pagina vie d’uscita
onorevoli e addirittura soluzioni interessanti e impreviste che contraddicono le premesse. Per i distratti e i maldestri è un gran sollievo capire che nessuno è perfetto, che tutti possono sbagliare e che soprattutto c’è un rimedio a ogni errore e a ogni dimenticanza. Succede di scordare l’ombrello ma vuoi mettere se un amico ti ospita sotto al suo? Rovesciare il latte è un incidente antipatico ma si può comunque pulire dove si è sporcato; avere la risposta giusta non capita sempre, ci sono però tante domande utili da fare per imparare e chiedere aiuto non è mai un dramma. Insomma il messaggio è chiaro almeno quanto le illustrazioni di Parr, sgargianti e vivaci, con i personaggi stilizzati e ben definiti nei contorni. Non importa se si sbaglia o se non ci si sente sicuri di affrontare una difficoltà, il momento giusto di fare bene le cose arriva per tutti. Dagli errori si impara sempre, non è da lì che arriva gran parte delle più grandi e incredibili scoperte che hanno cambiato la vita degli uomini? Dai 4 anni.
Questa è la storia di uno specchietto d’acqua di una piccola oasi nel bel mezzo dell’Africa, una minuscola pozza che avrebbe voluto essere un mare, insoddisfatta di sé nonostante la sua presenza sia benefica per i tanti che lì possono dissetarsi.
E’ l’amica palma, che si erge al suo fianco a tenerla ancorata alla realtà e a dissuaderla da quel sogno impossibile: un vero mare è tutta un’altra cosa. Là ci sono conchiglie, gabbiani e bagnanti felici che nuotano tra le onde, ripete la palma alla povera illusa.
E lei non ha nulla di tutto ciò. Un’altra storia corre parallela a quella della piccola pozza scontenta di sé per poi intrecciarsi in un destino comune: parla di una donna e della sua bambina che, rimaste sole in una grande città decidono di ritornare nel paese della propria famiglia, vicino alla piccola oasi. La bambina, con le tasche piene di conchiglie e in compagnia di due gabbiani compagni di giochi, troverà una nuova felicità in quella piccola pozza dove può tuffarsi come faceva al mare. Ma tutto questo basterà alla pozza per sentirsi un autentico mare? Il mare nel deserto (Orecchio Acerbo; 16,50 euro) - esordio narrativo di Silvia Paradisi, pittrice e scultrice - è un racconto sulla necessità di trovare il proprio insostituibile posto nel mondo ed esserne appagati. Oltre che sull’autenticità di ciascuno. Al testo asciutto ma non senza poesia dell’autrice fanno riscontro i delicati acquarelli di Leticia Ruifernàndez, architetto e pittrice spagnola, che con i colori caldi del giallo, dell’arancio e dei marroni e le pagine ricche di blu, evocano il sole, il deserto e il mare africani. Dai 6 anni.
La vita di Christine de Pizan è raccontata come un romanzo da una scrittrice collaudata sul pubblico adulto come Silvia Ballestra e illustrata con quadri che si rifanno alle miniature medievali da Rita Petruccioli in questo grande volume Christine e la città delle dame (18 euro) della collana “Celacanto” di Laterza. Il titolo riprende quello di una delle opere più famose della scrittrice che molti ritengono una femminista ante litteram ma che senza dubbio è stata una donna anticonformista e piena di idee controcorrente per il suo tempo. Era nata in Italia ma ha vissuto in Francia per tutta la vita, tra la seconda metà del 1300 e la prima del ‘400. A venticinque anni, rimasta vedova con tre bambini a cui badare in un mondo in cui le donne soccombono allo strapotere maschile, Christine compone poesie, diventa scrittrice di mestiere, autrice di veri best seller e, in un’epoca in cui la stampa ancora non esiste, anche copista e miniaturista. Era stata fortunata perché il padre l’aveva fatta studiare e aveva potuto frequentare la biblioteca
reale di Carlo V al Louvre. E’ anche grazie a quella cultura e soprattutto al suo coraggio se può fronteggiare con buoni argomenti le maldicenze, le volgarità e gli attacchi degli intellettuali dell’epoca che certo temono il confronto con una donna tanto intelligente. Proverbiale è la sua polemica con quanti non perdono occasione per scrivere pagine piene di livore contro le donne, descrivendole inferiori, bugiarde e piene di vizi. Christine li sfida sul piano della cultura con un trattato, “La città delle dame” appunto, in cui accanto alla demolizione dei luoghi comuni sulle donne e alla denuncia della loro esclusione dallo studio e dal sapere, propone le storie di alcune delle donne più in gamba dell’antichità – regine, guerriere, sante, poetesse, scienziate, filosofe – tutte collocate in una città ideale, protetta dalla Vergine Maria, in cui regnano ragione, rettitudine e giustizia. Dai 13 anni.