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SCAFFALE BASSO. Quel pallone al di là del Muro

sabato 12 ottobre 2013
Un gioco tra ragazzi e un pallone che rimbalza oltre la recinzione, nel cantiere, una terra di nessuno che porta al Muro. Il Muro costruito per separare due popoli e i loro territori, una barriera presidiata dai soldati con posti di guardia e passaggi regolamentati. Joshua non sa, non ha mai visto cosa c’è al di là; da sempre gli hanno insegnato che oltre il Muro vive il nemico, un popolo pericoloso, i palestinesi, che vorrebbe distruggere il suo popolo, gli ebrei. Gente violenta da cui guardarsi e stare alla larga. Ma il pallone è nuovo e Joshua non vuole perderlo, così quel giorno decide di arrampicarsi sulla palizzata. Ovviamente quel che scopre, percorrendo un tunnel segreto scavato tra i due territori, è un mondo inimmaginabile ma così strano ai suoi occhi ingenui che decide di esplorarlo. Comincia così “Il Muro” (Rizzoli; 15 euro), una storia moderna che ripercorre la nascita di un’amicizia dolorosa tra un ragazzo ebreo e una ragazzina palestinese dentro una Storia fatta di separazione, guerra e terrorismo alimentata da entrambe le parti dall’odio di irriducibili violenti. Deciso a ribaltare una realtà che gli appare intollerabile, e a risarcire la famiglia della giovane Leila che lo ha salvato da un’aggressione, Joshua combatte in solitudine - in aperto contrasto con madre e il terribile patrigno - la sua battaglia di generosità e di civiltà contro la follia dell’odio. Raccontato in prima persona con un ritmo incalzante e colpi di scena che tengono incollati alla pagina, “Il Muro” è una sofferta denuncia firmata dall’inglese William Sutcliffe, di tutte le barriere ideologiche che imprigionano le persone in una crudeltà senza confini. Dai 12 anni. C’è di che annoiarsi a Ruvo, piccolo centro in provincia di Bari; un posto dove – dicono i ragazzi- non succede mai nulla. Finché la piatta normalità della vita contadina viene scombussolata da una serie di eventi inquietanti. Una dopo l’altra e di punto in bianco molte famiglie vendono i loro terreni e si trasferiscono. L’omertà è generale, le bocche sono cucite dalla paura. Solo mezze verità affiorano quando Francesco, Alessia e altri due amici cominciano a fare domande, immaginando che dietro quell’abbandono delle terre ci sia qualcosa di molto serio e pericoloso. Mentre si vocifera che una fantomatica società svizzera intenda piazzare pannelli fotovoltaici nei campi svenduti sotto minaccia, loschi figuri si aggirano in paese. E quando Alessia sparisce senza lasciare traccia appare chiaro il coinvolgimento della criminalità organizzata nel mettere le mani su affari redditizi quanto sporchi. E allora toccherà al paese intero dare un segnale di unità e non accettare più minacce e intimidazioni. Con “Più forti della mafia” (Il battello a Vapore Piemme; 12 euro) - seguito ideale di “Ragazzi di camorra” - Pina Varriale torna con uguale passione civile a parlare ai ragazzi di mafie, malavita e indifferenza. E del coraggio di dire no. Dai 12 anni.