Popotus

Per essere sinceri ci vuole coraggio

martedì 17 febbraio 2015
​Approfittando della mancanza di molti insegnanti per un treno bloccato  dal mal tempo, prima che arrivasse un supplente, stavamo facendo il nostro  gioco preferito: la classifica dei professori più antipatici. All'improvviso  è entrato un giovane supplente, che ci ha chiesto: «Cosa stavate facendo?».  Tutti zitti. Siccome insisteva con la domanda, tre o quattro hanno risposto:  «Niente!». «Niente? Bene. Allora facciamo una cosa: la classifica dei ragazzi  più antipatici. Prendete foglio e penna. Io dico un tipo di ragazzo, per  esempio: prepotente, voi scrivete la parola e date il voto da 0 a 10».  Ci siamo guardati, dicendoci con gli occhi: «Questo è furbo! Prima di entrare,  ha origliato fuori della porta». Comunque il gioco ci piaceva e abbiamo  giocato, dando il voto a superbo, chiacchierone, egoista, manesco, fastidioso.   Fatto lo spoglio, il prof ha dichiarato vincitore il ragazzo "sincero",  accolto da applausi e grida di vittoria. Invece il prof si è fatto serio:  «Così vi piace la sincerità. Strano! Come mai quando vi ho chiesto ciò  che stavate facendo, nessuno ha avuto il coraggio di rispondere? Sincerità  significa coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni; capacità  di riconoscere le proprie qualità e i propri difetti; impegno a dire le  cose in faccia e non dietro le spalle; disposizione a vedere il bene che  c'è negli altri e non soltanto i difetti; non dare ascolto alle cose riportate».  Siamo diventati muti come pesci. Allora il prof: «Vi vedo pensierosi. Fate  bene. Pensate a come tutti, anche a noi adulti, desideriamo considerarci  sinceri, mentre in realtà raramente ci comportiamo come dice Gesù: "sì  quando è sì, no quando è no". Questo perché la sincerità richiede molto  coraggio. Quelli che lo tirano fuori Gesù li chiama: "puri di cuore". Soltanto  costoro potranno vedere Dio, che è sincerità assoluta e soltanto le persone  vere, possono vivere con lui"». Quella di oggi è stata proprio una bella  lezione.