Popotus

«Il mio vicino espone la bandiera di Daesh» Ma era solo il vessillo degli All Blacks

Umberto Folena martedì 24 novembre 2015
​Il terrorismo ha un solo obiettivo: terrorizzare. E purtroppo ci riesce bene, ma così bene da creare equivoci assurdi, anche nello sport, come questi due accaduti nei giorni scorsi.A Bruxelles, per motivi di sicurezza, la partita amichevole di calcio Belgio-Spagna viene annullata. Così Radja Nainggolan, centrocampista belga di origini indonesiane che gioca in Italia nella Roma, può passare la serata con amici e parenti. Serenamente. Ma quando torna in albergo, davanti alla sua camera trova tre poliziotti in assetto di guerra. Che cos’era successo? Beh, guardate Nainggolan: non ha certo un aspetto rassicurante, ma solo per intimidire gli avversari. Purtroppo aveva spaventato alcuni clienti dell’hotel, che l’avevano subito segnalato come probabile terrorista. Gli agenti l’hanno subito riconosciuto, si sono scusati e hanno posato con lui per una foto ricordo.A Fidenza, in Emilia, un appassionato di rugby ha ricevuto la visita dei carabinieri. I vicini avevano telefonato ai militari: “Presto, venite, un tipo ha esposto alla finestra la bandiera nera dell’Is!”. Macché Is. Era la bandiera nera degli All Blacks, la nazionale di rugby della Nuova Zelanda, esposta per ricordare il grande Lomu, il più grande giocatore della storia, morto ad appena 40 anni. Risolto l’equivoco, i carabinieri sono tornati ad occuparsi di cose più serie.