Popotus

Due camere per una democrazia

martedì 10 marzo 2015
​Si fa presto a dire “democrazia”... La parola deriva dal greco e significa “governo del popolo”. Già, ma in pratica che cosa vuol dire? Che ogni giorno chiunque può prendere decisioni che riguardano tutti? Pensiamoci un attimo: se fosse così, sarebbe il caos. Così, ancora una volta, è la Costituzione che ci spiega come fare, dall’articolo 48 all’articolo 69. Innanzi tutto, si deve eleggere un Parlamento, dal quale vengono approvate le leggi che tutti quanti dobbiamo rispettare. Il Parlamento è composto dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei deputati, anche detti “le Camere”. Presto, con una riforma che proprio il Parlamento sta discutendo, la composizione e l’elezione del Senato dovrebbero cambiare. Ma vediamo come stanno le cose oggi: la Camera ha 630 deputati e viene eletta da tutti i cittadini che hanno compiuto i 18 anni; il Senato ha 315 membri (più i senatori a vita, che sono gli ex-presidenti della Repubblica oppure persone molto importanti nominate dal presidente della Repubblica) ed è eletto da tutti coloro che hanno almeno 25 anni. Può essere eletto deputato ogni italiano, uomo o donna, che ha compiuto 25 anni, mentre per diventare senatore bisogna avere almeno 40 anni. Ci sono casi – stabiliti da apposite leggi – in cui non si può essere eletti, per esempio quando si è stati condannati per un reato grave. Inoltre, nessuno può essere allo stesso tempo senatore e deputato. Ovviamente, il Parlamento ha una durata massima e poi deve essere rinnovato dai cittadini, altrimenti che democrazia sarebbe? Perciò le Camere sono elette per 5 anni, dopo di che il presidente della Repubblica le scioglie e indice nuove elezioni. Ciascuna Camera elegge il proprio presidente, che ne dirige i lavori. È importante sapere che ogni decisione di Camera e Senato è “pubblica”, cioè tutti hanno il diritto di conoscerla, ma non è valida se non è presente la maggioranza dei componenti (quindi la metà più uno) e non è approvata dalla maggioranza dei presenti (sempre la metà più uno). In casi ben precisi, è la stessa Carta costituzionale a prescrivere una maggioranza “speciale”, cioè più ampia. I parlamentari (anche così sono chiamati senatori e deputati) non possono essere accusati dalla magistratura per i voti e le opinioni espressi nel compimento della loro funzione, mentre per altre accuse possono essere arrestati, perquisiti e “intercettati” (per esempio ascoltando le loro telefonate) solo con l’autorizzazione della Camera di cui fanno parte. Altrimenti – chiediamoci ancora – che democrazia sarebbe? Ciascun parlamentare rappresenta solo “la Nazione”, ma per comodità, soprattutto degli elettori che prima di votare devono sapere quali sono le idee dei vari candidati, si presentano nelle liste dei partiti politici. Nella prossima puntata vedremo come “si fanno” le leggi. Per questa volta salutiamoci dicendo che la democrazia non è solo votare ma – è scritto nella Costituzione – anche “difendere la Patria” (che è un dovere di tutti, in particolare delle Forze armate) e contribuire alle spese dello Stato pagando le tasse, ciascuno secondo le proprie possibilità.