Caldarroste, marron glacé e castagnaccio hanno rischiato grosso: lo scorso anno, la produzione di castagne ha raggiunto il minimo storico. Colpevole del collasso produttivo è un parassita originario della Cina, il
Dryocosmus kuriphilus, che malgrado le dimensioni minuscole è in grado di far seccare alberi secolari e di mandare in rovina boschi interi. Ad accusare il cinipide del castagno (che è il nome volgare del parassita) è una ricerca di Coldiretti, presentata in occasione dell’avvio della raccolta delle castagne che, quest’anno, si prospetta ottima e abbondante, stimata in oltre venti milioni di chili. Sotto la media ma, comunque, il 20% in più rispetto al 2014. Per proteggere i castagneti i coltivatori hanno usato il
Torymus sinensis, anch’esso originario della Cina, che si nutre degli altri insetti e il cui piatto preferito sono proprio i cinipidi. Per tornare alla normalità, ci vorranno anni, avvisano gli esperti: nel 2011 il raccolto annuale di castagne ammontava a 829 milioni di chili, nel 2005 era il triplo di quella attuale.