Popotus

Parole, suoni, emozioni. Che strumento, la voce

giovedì 5 novembre 2015
​Avete mai cantato sotto la doccia? E vi hanno mai cantato la ninna nanna? Provate a pensare a tutte le volte che cantate in una settimana (magari dalla mattina andando a scuola in auto magari con i cd della mamma e del papà alla domenica mattina a messa), fate un elenco delle canzoni che conoscete (lungo, eh?) o provate a pensare tutte le occasioni in cui si può cantare, dalle serenate sotto i balconi agli stadi di calcio... Non c’è niente da fare: la voce è ed è sempre stata la regina della musica. Può sembrare strano in un primo momento, ma la voce è uno “strumento musicale”: il primo e il più importante. Siamo abituati a pensare agli strumenti musicali come a oggetti, a qualcosa che si imbraccia, si tocca, pizzica, percuote... Ma uno strumento in primo luogo è un mezzo per produrre musica. Quando cantiamo noi usiamo la gola, le corde vocali, i polmoni in modo diverso da come parliamo.
Cantare per noi è istintivo. Ma come c’è differenza tra strimpellare una chitarra e saperla “suonare”, allo stesso modo tutti noi cantiamo ma non è detto che sappiamo davvero “suonare la voce”. Esistono, infatti, numerose tecniche di canto che consentono di produrre un bel suono, di toccare note altissime senza sembrare galline strozzate, di avere un suono “forte” senza urlare e un suono “piano” che si senta più lontano del nostro naso... Pensate ai cantanti lirici, che riempiono con la loro voce tutto un teatro senza usare microfoni e sovrastando tutta un’orchestra, manco avessero un megafono al posto della gola. E avete mai notato che se voi cantate per più di mezz’ora a fila vi ritrovate senza voce e invece le rockstar cantano e corrono per più di due ore senza perdere un colpo? L’uomo ha iniziato a fare musica con la voce e da allora in poi non ha mai smesso. Tutti gli altri strumenti sono nati come una specie di vestito per il canto. C’è voluto molto tempo perché si svincolassero dal ruolo di accompagnamento e diventassero protagonisti di brani musicali tutti per sé. Ma tuttora si usa la parola “canto”, anche se un pezzo è scritto per tutta un’orchestra, come sinonimo di melodia principale, quella che deve emergere e colpire il nostro orecchio e il nostro cuore. E comunque nessuno strumento, per quanto complesso, spettacolare e potente, potrà mai raggiungere la semplicità profonda della voce: la sua capacità di dare direttamente corpo alle nostre emozioni fondendo assieme, in una cosa sola, la parola e il suono.