Popotus

Didgeridoo e theremin, armoniose stranezze

martedì 1 dicembre 2015
​Dedichiamoci ancora un’ultima volta (poi, promesso!, cambiamo discorso) al mondo incredibile degli strumenti musicali. L’uomo si è davvero ingegnato moltissimo nella loro invenzione. Noi abbiamo bene in mente quelli della tradizione europea e occidentale, dal violino, con tutti i suoi fratelli, alla tromba, il pianoforte, i timpani, il flauto, il clarinetto e il fagotto e poi le chitarre, da quella classica a quella elettrica, la batteria, il sassofono... Spesso ognuno ha varianti, per coprire tutta la “scala” sonora, dai suoni gravi a quelli acuti, e per avere sfumature diverse di timbro. La tavolozza di suoni è enorme, e diventa quasi infinita se allarghiamo lo sguardo all’intera storia (quanti strumenti antichi oggi non usiamo più) alle culture degli altri continenti, dove troviamo strumenti che sì sono parenti dei “nostri” (anche perché spesso ne sono i genitori...) ma con personalità e sapori completamente diversi.Per costruirli l’uomo ha usato – e usa – di tutto, ma lo spunto è quasi sempre la natura. Gli antichi greci dicevano che l’inventore della musica fosse stato Hermes, che ricavò la cetra, una specie di arpa, applicando delle corde al guscio di una tartaruga. In India il sitàr (osservate come il nome assomigli a “chitarra” e all’inglese guitar), magnifico e complicatissimo strumento tradizionale, ha la cassa formata da una zucca a cui viene montato un manico con 18 corde, di cui ne vengono pizzicate solamente tre! Il corno delle Alpi (lo si vede ogni tanto nelle pubblicità legate alla Svizzera), ricavato da un unico tronco di abete o larice, è lungo dai 2 ai 4 metri – e infatti lo si può sentire a chilometri di distanza. Il suo fratello australiano è il didgeridoo, un tronco di eucalipto scavato dalle termiti. Ci sono poi strumenti ingannevoli. La tromba marina, usata tra Cinque e Settecento, non c’entra niente né con la tromba né col mare. Era uno strumento ad arco (come il violino, per intenderci), alto più di due metri e dotato di una corda sola. Altri strumenti incredibili? La glassarmonica, formata da bicchieri di cristallo, infilati l’uno nell’altro, da strofinare con la punta delle dita. Per lei hanno scritto brani anche Mozart e Beethoven ma l’hanno usata anche i Pink Floyd. Ricordando che con un archetto, se si è bravi, si può suonare anche una sega di metallo, il premio allo strumento più incredibile va però al Theremin, dal nome dello scienziato che lo inventò nel 1919. Si suona senza toccarlo: una bacchetta registra le variazioni del campo magnetico prodotto dal movimento delle mani e le traduce in suono. Avete presente quella specie di fischio tremolante nella musica stile “fantasma”? Ecco, è lui.