Catapultiamoci nel passato, milioni di milioni di anni fa. In un mondo dove vivono ancora i dinosauri e dove l'asteroide che avrebbe provocato la loro estinzione, non arriva mai sulla faccia della terra. Ecco in questo mondo, immerso nella natura, ma costellato di fiumi pericolosi e montagne impervie, vive un goffo Apatosaurus, il protagonista de
Il Viaggio di Arlo, il nuovo cartone della Pixar (la casa di produzione di
Nemo e
Inside Out), che da oggi sarà nelle sale cinematografiche. Arlo ha due genitori, laboriosi e attenti, e ha due fratelli nati esattamente due minuti prima di lui, più grandi di statura e più furbi: non sono carnivori ma erbivori e coltivano terreni per produrre il grano, la loro riserva di cibo durante l’inverno. Si danno tutti da fare compreso Arlo, ma il terrore che prova verso gli insetti e le galline crudeli della loro fattoria, lo aiuta solo a combinare disastri. Lui vorrebbe fare di più anche per mettere un’impronta, segno del suo buon operato, sulla casetta di mattoni che custodisce il raccolto, come ha fatto il resto della famiglia. Riuscirà Arlo e soprattutto sarà capace di abbandonare le paure? Alcuni eventi dolorosi tireranno fuori il coraggio di questo piccolo dinosauro che un giorno perderà la strada di casa. E succederà proprio quando inizierà a inseguire un bambino selvaggio che divora il grano raccolto e lotta come se fosse un lupo. Travolto dal fiume, Arlo, nonostante le ferite, le sconfitte, il maltempo, inizierà a fare amicizia con il ragazzino selvaggio, a tal punto che gli darà un nome, Spot, e che imparerà a parlargli con gesti e cose. Insieme intraprenderanno il viaggio verso casa e affronteranno serpenti velenosi e avvoltoi, ma anche incontreranno ricci curiosi, talpe, dinosauri che fanno i mandriani. Ci sono tanti spunti in questo piccolo grande cartone, dalle cicatrici, che a volte subiamo e ci portiamo dentro e fuori di noi, al desiderio di essere e diventare pienamente se stessi, anche se ci sono ostacoli che sembrano insormontabili.