Popotus

Andata e ritorno tra perdite e conquiste

martedì 3 febbraio 2015
​È arrivato il momento di partire. Il verbo non è scelto a caso, perché uno dei modi per raccontare una storia è quello di immaginarsela come se fosse un viaggio. Si parte, si conosce il mondo, si torna a casa.   Facile, no? Andiamoci piano, perché quando si tratta di raccontare niente è mai semplice come sembra. Ci sono regole da rispettare e la più importante, in questo caso, è che nel corso del viaggio i personaggi devono perdere qualcosa e guadagnare qualcos’altro. A voler essere sinceri, questa non è una legge della scrittura, ma un fatto che avviene normalmente nella vita: il motivo per cui le storie ci appassionano tanto, infatti, è che ci ricordano quello che accade nella realtà di tutti i giorni.   Anche quando hanno trame fantastiche, lontane nel tempo e nello spazio. Il signore degli anelli di J.R.R.   Tolkien, per esempio. È un viaggio, ci avete mai fatto caso? L’hobbit Frodo Baggins e gli altri amici della Compagnia dell’Anello attraversano la Terra di Mezzo per portare a termine la loro missione. Che consiste, guarda un po’, nel distruggere l’Unico Anello (perdere qualcosa) per impedire che si scateni una terribile guerra (qualcosa si guadagna, in questo caso la pace). Ma non basta, perché lo stesso Frodo è segnato dall’avventura che sta vivendo: viene ferito dalle forze del male ed è proprio quella ferita a cambiare per sempre il suo destino, permettendogli di trovare se stesso, sia pure con molti sacrifici. Da questo punto di vista, in fondo, tutte le storie assomigliano un po’ all’Odissea, uno dei due grandi poemi attribuiti al greco Omero (l’altro, ormai lo sapete, è l’Iliade). E questo perché anche l’Odissea è un viaggio, anzi: un “viaggio di ritorno”, un genere di racconto molto diffuso a quell’epoca. Ulisse, re dell’isola di Itaca, ha partecipato alla guerra contro Troia, ma in seguito a una maledizione il suo tragitto verso casa viene continuamente rallentato. Così, di tappa in tappa, Ulisse ha modo di incontrare popoli misteriosi e di scontrarsi con avversari temibili, come Polifemo, che è un ciclope, ossia un gigante con un solo occhio.   Ulisse non demorde mai: vuole tornare a sedere sul suo trono, che rischia di essere usurpato. Ce la farà, anche se a prezzo di grandi sofferenze. Anche lui perde qualcosa, insomma, e non è solo il lunghissimo tempo che impiega a raggiungere la sua isola. Quello che ha da guadagnare, però, è molto di più: l’amore della moglie, l’ammirazione del figlio, una fama immortale.Voi che ne dite? Anche i protagonisti della vostra storia hanno qualcosa da perdere? Hanno, più che altro, qualcosa da guadagnare?