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L'udienza. Il Papa: non è sana una preghiera che sia aliena dalla vita

Redazione Internet mercoledì 9 giugno 2021

Papa Francesco è arrivato intorno alle 9 nel Cortile di San Damaso per l'udienza generale: è stato accolto calorosamente dai fedeli che intonavano in coro: “W il Papa!”.

Sceso dalla macchina, Francesco si è intrattenuto a lungo a conversare con i presenti, radunati intorno alle transenne che fanno da perimetro alla zona del Cortile adibita ad accogliere i partecipanti all’udienza, chiacchierando in particolare con i gruppi di giovani e firmando autografi sugli oggetti più disparati: foto, lettere, disegni, rosari, immaginette, fotografie, libri, bandiere variopinte. Chiacchierando amabilmente con una famiglia, Francesco ha scherzato soprattutto con un bimbo in braccio al suo papà, un po’ timido per l’incontro così importante a cui ha partecipato. Non è mancato l’ormai tradizionale scambio dello zucchetto, insieme con i selfie.

Tra i doni ricevuti, anche una voluminosa borsa della spesa in plastica bianca, verosimilmente contenente generi di conforto da dare ai più poveri. Sorridente e rilassato, il Papa sembrava non volersi staccarsi più dalla piccola folla di fedeli, con cui si è intrattenuto circa mezz’ora.

Vatican Media

"Non è sana una preghiera che sia aliena dalla vita. Una preghiera che ci aliena dalla concretezza del vivere diventa spiritualismo, oppure ritualismo". Così si è espresso papa Francesco, nel corso dell'udienza generale dal cortile di San Damaso.

"C'è un ardore nella vita cristiana, che non deve mai venire meno. È un po' come quel fuoco sacro che si custodiva nei templi antichi, che ardeva senza interruzione e che i sacerdoti avevano il compito di tenere alimentato. Ecco: ci deve essere un fuoco sacro anche in noi, che arda in continuazione e che nulla possa spegnere. Non è facile, ma deve essere così". Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale, dedicata oggi, nella penultima del ciclo di catechesi sulla preghiera, a una riflessione sul tema "Perseverare nell'amore".


Secondo il Pontefice, "la preghiera è una sorta di rigo musicale, dove noi collochiamo la melodia della nostra vita. Non è in contrasto con l'operosità quotidiana, non entra in contraddizione con i tanti piccoli obblighi e appuntamenti, semmai è il luogo dove ogni azione ritrova il suo senso, il suo perché e la sua pace. Nella preghiera".
"Certo - ha riconosciuto -, mettere in pratica questi principi non è facile. Un papà e una mamma, presi da mille incombenze, possono sentire nostalgia per un periodo della loro vita in cui era facile trovare tempi cadenzati e spazi di preghiera. Poi, i figli, il lavoro, le faccende della vita famigliare, i genitori che diventano anziani... Si ha l'impressione di non riuscire mai ad arrivare in capo a tutto".

"Nell'essere umano tutto è 'binario': il nostro corpo è simmetrico, abbiamo due braccia, due occhi, due mani.
Così anche il lavoro e la preghiera sono complementari. La preghiera - che è il 'respiro' di tutto - rimane come il sottofondo vitale del lavoro, anche nei momenti in cui non è esplicitata.
È disumano essere talmente assorbiti dal lavoro da non trovare più il tempo per la preghiera"

Comunque, per Francesco, "anche il lavoro e la preghiera sono complementari. La preghiera - che è il 'respiro' di tutto - rimane come il sottofondo vitale del lavoro, anche nei momenti in cui non è esplicitata. È disumano essere talmente assorbiti dal lavoro da non trovare più il tempo per la preghiera. Nello stesso tempo, non è sana una preghiera che sia aliena dalla vita. Una preghiera che ci aliena dalla concretezza del vivere diventa spiritualismo, oppure peggio ritualismo".
"In questa circolarità fra fede, vita e preghiera, si mantiene acceso quel fuoco dell'amore cristiano che Dio si attende da noi", ha aggiunto il Papa, che ha invitato i fedeli a ripetere costantemente nella giornata una piccola preghiera: "Signore Gesù, figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore".
"Ditela questa preghiera, continuamente, vi aiuterà nell'unione con Gesù", ha concluso.