Affidarsi a Dio anche nei momenti bui, anche se non capiamo a volte la storia che fa con noi: ma è sempre storia di salvezza. E’ quanto ha affermato Papa Francesco nella Messa mattutina a Santa Marta. Il servizio di
Sergio Centofanti per la Radio Vaticana. “Dio ha voluto salvarci nella storia” – ha affermato il Papa - la nostra salvezza “non è una salvezza asettica, di laboratorio. No! E’ storica. Lui ha fatto un cammino nella storia col suo popolo”. Dunque, “non c’è una salvezza senza storia. E per arrivare al punto di oggi c’è stata una lunga storia, una lunghissima storia”:
“E così, passo a passo, si fa la storia. Dio fa la storia, anche noi facciamo la storia; e quando noi sbagliamo, Dio corregge la storia e ci porta avanti, avanti, sempre camminando con noi. Se noi non abbiamo questo chiaro, mai capiremo il Natale! Mai capiremo l’Incarnazione del Verbo! Mai! E’ tutta una storia che cammina. ‘Padre, è finita questa storia col Natale?’; ‘No! Adesso ancora il Signore ci salva nella storia. E cammina col suo popolo’”. In questa storia – ha proseguito Papa Francesco - ci sono gli eletti di Dio, quelle persone che Lui sceglie “per aiutare il suo popolo ad andare avanti”, come Abramo, Mosè, Elia. Per loro “ci sono alcuni momenti brutti”, “momenti bui, momenti scomodi, momenti che danno fastidio”. Persone che magari vogliono vivere tranquille, ma che “il Signore scomoda. Il Signore ci scomoda per far la storia! Ci fa andare tante volte su strade che noi non vogliamo”. Tanto che Mosè ed Elia a un certo punto vorrebbero anche morire, ma poi confidano nel Signore. Il Vangelo del giorno parla di “un altro momento brutto nella storia di salvezza”, quello di Giuseppe che scopre che la sua promessa sposa, Maria, è incinta: “Lui soffre, vede le donne del villaggio che chiacchieravano nel mercato; ma lui soffre. ‘Ma questa è buona, io la conosco! E’ una donna di Dio. Ma cosa mi ha fatto? Non è possibile!”. Se l’accusa, la lapideranno. Ma non vuole, anche se non capisce. Sa che Maria “è incapace di infedeltà”. “In questi momenti brutti” – ha sottolineato il Papa – “questi eletti di Dio, per fare la storia devono prendere il problema sulle spalle, senza capire”. Così, “il Signore fa la storia”.
“Così fa Giuseppe, l’uomo che nel momento più brutto della sua vita, il momento più oscuro, prende su di sé il problema. E lui accusa se stesso agli occhi degli altri per coprire la sua sposa. Forse qualche psicanalista dirà che questo sonno è il condensato dell’angoscia, che cerca una uscita… ma dicano quello che vogliono. Ma cosa ha fatto Giuseppe? Dopo il sonno, prese con sé la sua sposa. ‘Non capisco niente, ma il Signore mi ha detto questo e questo apparirà come mio figlio!’”.“Fare storia con il suo popolo – ha osservato il Papa - significa per Dio camminare e mettere alla prova i suoi eletti”. Ma alla fine li salva:
“Ricordiamo sempre, con fiducia, anche nei momenti più brutti, anche nei momenti della malattia, quando noi ci accorgeremo che dobbiamo chiedere l’estrema unzione, perché non c’è uscita, di dire: ‘Ma, Signore, la storia non è incominciata con me né finirà con me! Tu vai avanti, io sono disposto’. E metterci nelle mani del Signore”. Cosa ci insegnano, dunque, gli eletti di Dio? “Che Dio cammina con noi, che Dio fa storia, che Dio ci mette alla prova e che Dio ci salva nei momenti più brutti, perché è nostro Padre. E secondo Paolo è il nostro Papà. Che il Signore ci faccia capire questo mistero del suo camminare col suo popolo nella storia, del suo mettere alla prova i suoi eletti e la grandezza di cuore dei suoi eletti, che prendono su di loro i dolori, i problemi, anche l’apparenza di peccatori – pensiamo a Gesù – per portare avanti la storia”.