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Regina Coeli. Papa: l'amore di Gesù è speranza

lunedì 20 maggio 2019

Dio “ci ama molto di più di quanto noi amiamo noi stessi” ed è proprio questo amore che “fa diventare uomini nuovi”: così “possiamo diffondere dappertutto il seme dell’amore che rinnova i rapporti tra le persone e apre orizzonti di speranza”. Cosi Francesco al Regina Coeli.

L’amore che si è manifestato nella croce di Cristo e che Egli ci chiama a vivere è l’unica forza che trasforma il nostro cuore di pietra in cuore di carne; l’unica forza capace di trasformare il nostro cuore è l’amore di Gesù, se noi pure amiamo con questo amore. E questo amore ci rende capaci di amare i nemici e perdonare chi ci ha offeso. Io vi farò una domanda, ognuno risponda nel suo cuore. Io sono capace di amare i miei nemici? Tutti abbiamo gente, non so se nemici, ma che non va d’accordo con noi, che sta “dall’altra parte”; o qualcuno ha gente che gli ha fatto del male… Io sono capace di amare quella gente? Quell’uomo, quella donna che mi ha fatto del male, che mi ha offeso? Sono capace di perdonarlo? Ognuno risponda nel suo cuore.

L’amore di Gesù, infatti, “ci fa vedere l’altro come membro attuale o futuro della comunità degli amici di Gesù”, “ci stimola al dialogo e ci aiuta ad ascoltarci e conoscerci reciprocamente”. E’ un amore che, aprendoci verso l’altro, diventa “la base delle relazioni umane” e rende capaci di “superare le barriere delle proprie debolezze e dei propri pregiudizi”. “L’amore di Gesù in noi”, prosegue, “crea ponti, insegna nuove vie, innesca il dinamismo della fraternità”, ribadisce Papa Francesco.

La sua riflessione parte dal “comandamento nuovo” che Gesù dà ai discepoli prima della Passione, come ricorda il Vangelo odierno: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri”. Già nell’Antico Testamento Dio aveva comandato di amare il prossimo come sé stessi. La novità, evidenzia il Papa, consiste dunque nell’aggiunta “come io ho amato voi”, cioè dando la vita per noi. “Si tratta dell’amore di Dio, universale, senza condizioni e senza limiti, che trova l’apice sulla croce”, prosegue il Papa che sottolinea come proprio in quel momento di estremo abbassamento e di abbandono al Padre, il Figlio di Dio abbia donato al mondo la pienezza dell’amore.

Gesù, quindi, “ci ha amati per primo”, nonostante limiti e fragilità, facendo sì che “diventassimo degni del suo amore che non conosce limiti e non finisce mai”.

Dandoci il comandamento nuovo, Egli ci chiede di amarci tra noi non solo e non tanto con il nostro amore, ma con il suo, che lo Spirito Santo infonde nei nostri cuori se lo invochiamo con fede. In questo modo – e solo così – noi possiamo amarci tra di noi non solo come amiamo noi stessi, ma come Lui ci ha amati, cioè immensamente di più. Dio infatti ci ama molto di più di quanto noi amiamo noi stessi. E così possiamo diffondere dappertutto il seme dell’amore che rinnova i rapporti tra le persone e apre orizzonti di speranza. Gesù sempre apre orizzonti di speranza, il suo amore apre orizzonti di speranza.

Dopo la Preghiera mariana, il Papa ha ricordato la beatificazione, ieri a Madrid, di Maria Guadalupe Ortiz de Landázuri, fedele laica dell’Opus Dei, chiedendo ai presenti un applauso per la nuova Beata che ha coniugato “insegnamento e annuncio del Vangelo”. “La sua testimonianza - dice - è un esempio per le donne cristiane impegnate nel sociale e nella ricerca scientifica”. Fra i saluti rivolti ai diversi gruppi, ha ricordato in particolare gli scout, accompagnati dall’Ordinario Militare, venuti nel 75° anniversario della battaglia di Montecassino.