Regina Coeli. Il Papa: pace in Terra Santa, inaccettabile la morte dei bambini
L'Osservatore Romano ha pubblicato in prima pagina la foto della morte di due bambini e lo strazio dei loro genitori. Un fotogramma scioccante, che riverbera l'appello di Francesco al Regina Caeli di domenica e che vuole riaffermare che i più piccoli sono le vittime inermi e incolpevoli di ogni guerra e di ogni violenza.
Sul quotidiano della Santa Sede si legge che la pubblicazione "è stata una scelta sofferta. Non è una foto di ieri o di oggi. È uno scatto della scorsa settimana. Quando l’avevamo vista, è stata oggetto di riflessione e discussione. Andava pubblicata una fotografia con i volti riconoscibili e strazianti di due bambini, distesi nella barella sotto gli sguardi disperati dei loro genitori? La settimana scorsa avevamo deciso di non metterla in pagina. Ma domenica 16 maggio, al Regina caeli, implorando la pace, Papa Francesco ha parlato della morte dei bambini definendola inaccettabile".
Il Papa: pace in Terra Santa, inaccettabile la morte dei bambini
Commentando il capitolo conclusivo del Vangelo di Marco in cui viene presentato l’ultimo incontro del Risorto con i discepoli prima di salire alla destra del Padre, Francesco ci ricorda che non siamo testimoni abbandonati perché Cristo è con noi. Le parole del Pontefice durante il Regina Coeli scintillano di speranza e gioia nella certezza che Gesù, salito al Padre, prega per noi: «Alla destra del Padre siede ormai un corpo umano, per la prima volta, il corpo di Gesù, e in questo mistero ognuno di noi contempla la propria destinazione futura. Non si tratta affatto di un abbandono, perché Gesù rimane per sempre con i discepoli – con noi – rimane nella preghiera, perché lui, come uomo, prega il Padre, e come Dio: uomo e Dio. Gli fa vedere le piaghe, le piaghe con le quali ci ha redenti».
Come i discepoli, dunque, anche a noi è dato il dono della gioia perché, spiega Francesco, "la preghiera di Gesù è lì, con la nostra carne": E' uno di noi, Dio uomo, e prega per noi. E questo ci deve dare una sicurezza, anzi una gioia, una grande gioia! in una forma nuova. E il secondo motivo di gioia è la promessa di Gesù. Lui ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo”.
Abbiamo un secondo motivo, dice ancora il Papa, per essere nella gioia, ed è la promessa fatta da Gesù: Lui ci ha detto: “Vi invierò lo Spirito Santo”. E lì, con lo Spirito Santo, si fa quel comandamento che Lui dà proprio nel congedo: “Andate nel mondo, annunziate il Vangelo”. È lo Spirito Santo di quel giorno, che Gesù ha promesso, e poi nove giorni dopo verrà nella festa di Pentecoste. Proprio è lo Spirito Santo che ha reso possibile che tutti noi siamo oggi così. Una gioia grande! Gesù se n’è andato: il primo uomo davanti al Padre. Se n’è andato con le piaghe, che è stato il prezzo della nostra salvezza, e prega per noi. E poi ci invia lo Spirito Santo, ci promette lo Spirito Santo, per andare a evangelizzare. Per questo la gioia di oggi, per questo la gioia di questo giorno dell’Ascensione.
DOPO IL REGINA COELI
Al termine del Regina Coeli, Francesco aveva ricordato la beatificazione, ieri a Roma in San Giovanni in Laterano, del sacerdote Francesco Maria della Croce, fondatore dei religiosi Salvatoriani e delle religiose Salvatoriane.
Egli fu instancabile annunciatore del Vangelo, utilizzando ogni mezzo che la carità di Cristo gli ispirava. Il suo zelo apostolico sia di esempio e di guida a quanti nella Chiesa sono chiamati a portare la parola e l’amore di Gesù in ogni ambiente.
Un appello accorato alle parti in conflitto e a chi ha la responsabilità di far cessare il suono della armi, e un’esortazione a pregare affinché israeliani e palestinesi cerchino la strada della pace. Dopo il Regina Coeli, il Papa si sofferma a lungo sulla drammatica escalation di violenze in Medio Oriente: Seguo con grandissima preoccupazione quello che sta avvenendo in Terra Santa. In questi giorni, violenti scontri armati tra la Striscia di Gaza e Israele hanno preso il sopravvento, e rischiano di degenerare in una spirale di morte e distruzione. Numerose persone sono rimaste ferite, e tanti innocenti sono morti. Tra di loro ci sono anche i bambini, e questo è terribile e inaccettabile. La loro morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere.
Il Pontefice aveva espresso la sua preoccupazione anche per l’acuirsi delle tensioni nelle città israeliane: Inoltre, il crescendo di odio e di violenza che sta coinvolgendo varie città in Israele è una ferita grave alla fraternità e alla convivenza pacifica tra i cittadini, che sarà difficile da rimarginare se non ci si apre subito al dialogo. Mi chiedo: l’odio e la vendetta dove porteranno? Davvero pensiamo di costruire la pace distruggendo l’altro? “In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro” (cfr. Documento Fratellanza Umana) faccio appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi e di percorrere le vie della pace, anche con l’aiuto della Comunità Internazionale.
L'esortazione è alla preghiera, in particolare per i bambini vittime del conflitto:
Preghiamo incessantemente affinché israeliani e palestinesi possano trovare la strada del dialogo e del perdono, per essere pazienti costruttori di pace e di giustizia, aprendosi, passo dopo passo, ad una speranza comune, ad una convivenza tra fratelli. Preghiamo per le vittime, in particolare per i bambini; preghiamo per la pace la Regina della pace. Ave Maria…