Angelus. Il Papa prega per Edwin, il senzatetto morto vicino a Piazza San Pietro
Senza tetto in Piazza San Pietro
"Lo scorso 20 gennaio a pochi metri da Piazza S.Pietro è stato trovato morto a causa del freddo un senzatetto nigeriano di 46 anni di nome Edwin. La sua vicenda s'aggiunge a quella di tanti altri senzatetto recentemente deceduti a Roma nelle stesse drammatiche circostanze". Così il Papa al temine dell'Angelus. "Preghiamo per Edwin: ci sia di motivo quanto detto da S.Gregorio Magno che dinanzi alla morte per freddo di un mendicante affermò che quel giorno non si sarebbero celebrate messe perché era come Venerdì Santo. Pensiamo a Edwin, a cosa sentì quest'uomo, 46 anni, nel freddo, ignorato da tutti, abbandonato anche da noi. Preghiamo per lui".
Una breve frase segna "il momento storico in cui Dio ha mandato il Figlio nel mondo e il suo Regno si è fatto più che mai vicino”. E' quella pronunciata da Cristo, spiega Francesco all'Angelus, e riportata nel Vangelo odierno secondo Marco: "II tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo". In questa Terza Domenica del Tempo ordinario, Francesco non manca l'appuntamento all'Angelus pur non avendo potuto presiedere la Santa Messa delle 10.00 nella Basilica di San Pietro per celebrare la Domenica della Parola, a causa del ripresentarsi della sciatalgia di cui soffre.
Papa all'Angelus - Ansa
Proseguendo con la catechesi, il Papa si sofferma su quella breve e potente frase di nemmeno due righe, che ci ricorda ed esorta a considerare il tempo anche in relazione alla durata della nostra vita: "Per ciascuno di noi il tempo in cui poter accogliere la redenzione è breve: è la durata della nostra vita in questo mondo. E' breve (...) E la vita è un dono dell’infinito amore di Dio, ma è anche tempo di verifica del nostro amore verso di Lui. Perciò ogni momento, ogni istante della nostra esistenza è un tempo prezioso per amare Dio e per amare il prossimo, e così entrare nella vita eterna".
Tuttavia, "la salvezza non è automatica" ma "risposta libera" ad un dono che conduce a cambiare la visione del mondo: "La salvezza è un dono d’amore la salvezza è un dono d’amore e come tale offerto alla libertà umana. Sempre quando si parla di amore si parla di libertà: un amore senza libertà non è amore; può essere interesse, può essere paura, tante cose, ma l’amore sempre è libero è ed essendo libero e richiede una risposta libera: cioè richiede la nostra conversione. Si tratta cioè di cambiare mentalità – questa è la conversione, cambiare mentalità - e di cambiare vita: non seguire più i modelli del mondo, ma quello di Dio, che è Gesù, seguire Gesù, come aveva fatto Gesù e come ci ha insegnato Gesù".
Ogni stagione della nostra vita può dunque "essere momento privilegiato di incontro con il Signore" e, rimarca il Papa, la fede "ci aiuta a scoprire il significato spirituale di questi tempi": "Ognuno di essi contiene una particolare chiamata del Signore, alla quale possiamo dare una risposta positiva o negativa. Nel Vangelo vediamo come hanno risposto Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni: erano uomini maturi, avevano il loro lavoro di pescatori, avevano la vita in famiglia… Eppure, quando Gesù passò e li chiamò, «subito lasciarono le reti e lo seguirono»( ...)Stiamo attenti e non lasciamo passare Gesù senza riceverlo".
Come più volte ci ricorda il Papa, la mentalità di Dio è lontana e opposta a quella del mondo. Abbracciare il messaggio di Gesù e accettare il dono della salvezza, significa dunque rifiutare l'inganno e la violenza: "Il peccato - sopra di tutto è il peccato della mondanità - che è come l’aria, pervade tutto, ha portato nel mondo una mentalità che tende all’affermazione di sé stessi contro gli altri e anche contro Dio. e per questo scopo non esita – la mentalità del peccato, la mentalità dell’inganno - a usare l’inganno e la violenza. L’inganno e la violenza. Vediamo cosa succede con l’inganno e la violenza: cupidigia, voglia di potere, e non di servizio, guerre, sfruttamento della gente... Questa è la mentalità dell’inganno che certamente ha la sua origine nel padre dell’inganno, il grande bugiardo, il diavolo. Lui è il padre della menzogna, così lo definì Gesù.
Infine, Francesco impartisce la benedizione confidando nell'intercessione della Vergine Maria perché ci aiuti a vivere ogni giorno, "ogni momento come tempo di salvezza", vigilando di non lasciare "passare Gesù senza riceverlo".
Al termine della catechesi, il Papa dedica una riflessione a questa seconda domenica dedicata alla Parola di Dio. Ricordando che "uno dei grandi doni del nostro tempo è la riscoperta della Sacra Scrittura nella vita della Chiesa a tutti i livelli", Francesco cita San Girolamo il quale affermava che "chi ignora la Scrittura ignora Cristo". E il percorso è anche inverso, prosegue Francesco perchè "è Gesù Cristo, verbo fatto carne e morto e risorto che ci apre la mente alla comprensione delle Scritture". Il suo grazie e incoraggiamento va poi alle parrocchie per il loro impegno costante ad educare all’ascolto della Parola di Dio. L'invito, è a tenere "il Vangelo sempre con noi":
E mi ripeto un’altra volta: abbiamo l’abitudine, abbiate l’abitudine di portare sempre un piccolo vangelo in tasca, nella borsa per poterlo leggere durante la giornata. Almeno tre, quattro versetti
Francesco procede e cambia argomento ricordando l'appuntamento di oggi- insieme con i rappresentanti delle altre chiese e comunità ecclesiali - nella Basilica di San Paolo fuori le Mura per celebrare i Vespri della festa della conversione di San Paolo, a conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. L'invito del Papa, è quello di unirsi spiritualmente "alla nostra preghiera".