Papa

Il viaggio. Francesco è atterrato in Papua Nuova Guinea. Cosa lo aspetta

Mimmo Muolo, inviato a Port Moresby venerdì 6 settembre 2024

Il Papa all'arrivo a Port Moresby

E Port Moresby si riversò per strada all’arrivo del Papa. La popolazione della capitale della Papua Nuova Guinea ha riservato una calorosa accoglienza al Pontefice giunto in serata per la seconda tappa del suo viaggio in Asia e Oceania. Migliaia di persone ai lati della strada che dall’aeroporto conduce in città. Mamme con i bambini in braccio, uomini, donne, intere famiglie e tanti giovani hanno applaudito il passaggio della papamobile. Nel Paese i cattolici sono il 36 per cento, cui va aggiunto un 33 per cento di evangelici. Si tratta dunque di una nazione a maggioranza cristiana.

Il Papa è atterrato alle 19,11 ora locale, mentre in Italia erano le 11,11, dopo sei ore di volo. Conclusa la visita in Indonesia, comincia dunque la tappa oceanica del viaggio più lungo del Pontificato. Francesco, a parte una sobria cerimonia di congedo a Giacarta e un altrettanto sobrio benvenuto a Port Moresby, non ha avuto altri impegni pubblici e non ha pronunciato discorsi. Nel programma del viaggio questa era solo una tappa di trasferimento per permettere al Pontefice di rifiatare dopo l’intensa giornata di giovedì a Giacarta e in vista degli impegni di domani, sabato 7 settembre. Dopo l'atterraggio, infatti, il Papa ha raggiunto direttamente la nunziatura. Il vero è proprio programma comincia domani con la cerimonia di benvenuto ufficiale. Poi domenica, oltre alla messa a Port Moresby, è in programma anche un trasferimento a Vanimo, a quasi due ore di volo, per l'incontro con la comunità ecclesiale locale. Papua Nuova Guinea è un Paese dai forti contrasti. Paradiso naturale affacciato sul Pacifico, dotato di una importante foresta fluviale e spiagge incontaminate, oltre a miniere di oro e di rame, è però anche lo Stato più povero dell'Oceania e quello con il più alto tasso di malati di Aids nel continente. Un grave problema è la violenza, data la presenza di bande criminali chiamate “raskol”. Uno scenario che può fornire a Francesco l’occasione per tornare su temi a lui da sempre congeniali, come la salvaguardia del creato e la lotta alla povertà.