Papa

Papa Francesco. «Non si usa il cellulare quando si guida»

Redazione Internet lunedì 20 novembre 2017

L'udienza alla polizia stradale e ferroviaria in Sala Clementina (Ansa/Osservatore Romano)

Il Papa critica «lo scarso senso di responsabilità da parte di molti conducenti, che sembrano spesso non avvedersi delle conseguenze anche gravi della loro disattenzione (per esempio l'uso improprio dei cellulari) o della loro sregolatezza». Questo comportamento che mette a rischio se stessi e gli altri, prosegue il Pontefice, «è causato da una fretta e da una competitività assunte a stili di vita, che fanno degli altri conducenti come degli ostacoli o degli avversari da superare, trasformando le strade in piste di "formula uno" e la linea del semaforo nella partenza di un gran premio».

Il monito di papa Francesco è arrivato stamani, nel corso dell'udienza ai dirigenti e al personale della direzione centrale della Polizia stradale e ferroviaria, in occasione dei 110 anni della Polizia ferroviaria e dei 70 anni della Polizia stradale. Ecco alcuni punti toccati dal Papa nel suo discorso (TESTO INTEGRALE).

È un male diffuso vedere nel poliziotto un nemico

La diffidenza, se non l'odio, verso la Polizia rappresenta, ha detto il Papa, «un male diffuso, che in certe zone raggiunge il picco di una contrapposizione tra il tessuto sociale e lo Stato, insieme a quanti lo rappresentano». Purtroppo talvolta «il poliziotto viene visto con diffidenza o sentito quasi come un nemico, invece che come custode del bene comune». In questi casi specialmente, «agli uomini delle forze dell'ordine servono grande saggezza e autocontrollo».

«Non abusate del potere di cui disponete»

Il Pontefice ha quindi esortato i poliziotti a «una profonda rettitudine, che porti a non approfittare mai del potere di cui disponete» e a «un alto grado di umanità». «Sia nelle azioni di controllo che in quelle repressive - ha detto - è importate fare affidamento su un uso della forza che non degeneri mai in violenza». Suggerendo «misericordia nell'espletamento delle vostre funzioni», Francesco invita gli agenti a «essere capaci di non identificare il colpevole con il reato che ha commesso, finendo per creargli danno e generare un senso di rivalsa».