Papa Francesco. «Migranti, impegni concreti per liberare gli schiavi di oggi»
Il Papa con un gruppo di migranti a Bologna lo scorso ottobre
«Insieme dobbiamo incoraggiare gli Stati a concordare risposte più adeguate ed efficaci alle sfide poste dai fenomeni migratori; e possiamo farlo sulla base dei principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa». Lo ha chiesto papa Francesco ai membri dell'International Catholic Migration Commission (ICMC), in occasione del Consiglio Plenario, che si conclude oggi a Roma.
«Dobbiamo impegnarci - ha scandito - per assicurare che alle parole codificate nei due Patti, seguano impegni concreti nel segno di una responsabilità globale e condivisa». Secondo Francesco, «per liberare gli oppressi, gli scartati e gli schiavi di oggi, è essenziale promuovere un dialogo aperto e sincero con i governanti, un dialogo che fa tesoro dell'esperienza vissuta, delle sofferenze e delle aspirazioni del popolo, per richiamare ciascuno alle proprie responsabilità».
«I processi avviati dalla comunità internazionale verso un patto globale sui rifugiati e un altro per una migrazione sicura, ordinata e regolare rappresentano uno spazio privilegiato per realizzare tale dialogo». «Anche in questo - ha aggiunto il Papa - la Commissione si è impegnata in prima linea offrendo un contributo valido e competente in ordine a trovare quelle nuove vie auspicate dalla comunità internazionale per rispondere con accortezza a questi fenomeni che caratterizzano la nostra epoca. E mi rallegro che molte delle Conferenze episcopali qui rappresentate stanno camminando in questa direzione, in una comunione di intenti che testimonia al mondo intero la sollecitudine pastorale della Chiesa verso i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati».
Infatti, ha osservato, «le molteplici iniziative avviate nei cinque continenti rappresentano declinazioni esemplari dei 4 verbi - accogliere, proteggere, promuovere e integrare - coni quali ho voluto esplicitare la risposta pastorale della Chiesa di fronte alle migrazioni contemporanee». «Auspico - ha concluso - che quest'opera continui, animandole Chiese locali a prodigarsi per le persone che sono state costrette a lasciare la propria patria e che diventano troppo spesso vittime di inganni, violenze e abusi di ogni genere. Grazie all'esperienza inestimabile, accumulata in tanti anni di lavoro, la Commissione può offrire un'assistenza qualificata alle Conferenze episcopali e alle Diocesi che stanno ancora cercando di organizzarsi per meglio rispondere a questa sfida epocale».