La Messa. Vocazioni, il Papa: lo Spirito invita a rinnovare la nostra vita
Un momento della celebrazione presieduta dal Papa per la Giornata della vita consacrata
Il Papa, celebrando la Messa nella Basilica vaticana per la XXVI Giornata della Vita Consacrata, indica a sacerdoti e suore la ricetta per un autentico "rinnovamento" e li invita a mettere da parte "lamentele" ("è triste vedere consacrati e consacrate amari", dice) come pure atteggiamenti di presunta "superiorità" sempre alla ricerca di "successo" e risultati. "Da chi ci lasciamo principalmente muovere: dallo Spirito Santo o dallo spirito del mondo? - chiede Bergoglio -. È una domanda su cui tutti dobbiamo misurarci, soprattutto noi consacrati. Mentre lo Spirito porta a riconoscere Dio nella piccolezza e nella fragilità di un bambino, noi a volte rischiamo di pensare alla nostra consacrazione in termini di risultati, di traguardi, di successo: ci muoviamo alla ricerca di spazi, di visibilità, di numeri". IL TESTO
Sull'esempio di Simeone e Anna, Bergoglio invita consacrati e consacrate a fare esame di coscienza: "Chiediamoci, fratelli e sorelle: che cosa muove i nostri giorni? Quale amore ci spinge ad andare avanti? Lo Spirito Santo o la passione del momento? Come ci muoviamo nella Chiesa e nella società? A volte, anche dietro l'apparenza di opere buone, possono nascondersi il tarlo del narcisismo o la smania del protagonismo. In altri casi, pur portando avanti tante cose, le nostre comunità religiose sembrano essere mosse più dalla ripetizione meccanica - fare le cose per abitudine, tanto per farle - che dall'entusiasmo di aderire allo Spirito Santo". Da qui il monito: "Verifichiamo oggi le nostre motivazioni interiori, discerniamo le mozioni spirituali, perché il rinnovamento della vita consacrata passa anzitutto da qui".
Francesco chiede a preti e suore di sapere andare oltre, per comprendere fragilità e fallimenti: "Occhi nuovi su noi stessi, sugli altri, su tutte le situazioni che viviamo, anche le più dolorose. Non si tratta di uno sguardo ingenuo, che fugge la realtà o finge di non vedere i problemi, ma di occhi che sanno "vedere dentro" e "vedere oltre"; che non si fermano alle apparenze, ma sanno entrare anche nelle crepe della fragilità e dei fallimenti per scorgervi la presenza di Dio. Che cosa vedono i nostri occhi? Quale visione abbiamo della vita consacrata? Il mondo spesso la vede come uno "spreco", una realtà del passato, qualcosa di inutile; ma noi, comunità cristiana, religiose e religiosi, che cosa vediamo? Siamo rivolti con gli occhi all'indietro, nostalgici di ciò che non c'è più o siamo capaci di uno sguardo di fede lungimirante, proiettato dentro e oltre? A me fa tanto bene vedere consacrati e consacrate anziani, che con occhi luminosi continuano a sorridere, dando speranza ai giovani.".
Infine Bergoglio chiede la grazia dello stupore: "Ma noi dopo tanti anni di vita consacrata ci stupiamo ancora? Se non lo trovate chiedete la grazia dello stupore. Se ai consacrati mancano parole che benedicono Dio e gli altri, se manca la gioia, se viene meno lo slancio, se la vita fraterna è solo fatica, non è perché siamo vittime di qualcuno o di qualcosa, il vero motivo è perché le nostre braccia non stringono più Gesù. E quando accade si stringe il vuoto che si cerca di riempire con altre cose. Questa la ricetta del rinnovamento".