Il Papa. «Una delle più grandi bestemmie è usare Dio per giustificare la violenza»
Il Papa nella Sala Clementina lo scorso dicembre (Ansa)
«La violenza è la negazione di ogni autentica religiosità». Lo ha riaffermato papa Francesco ricevendo in udienza i partecipanti alla Conferenza «Tackling violence committed in the name of religion», contrastare la violenza commessa in nome della religione.
«La persona religiosa sa che una delle più grandi bestemmie è chiamare Dio come garante dei propri peccati e crimini, di chiamarlo a giustificare l'omicidio, la strage, la riduzione in schiavitù, lo sfruttamento in ogni sua forma, l'oppressione e la persecuzione di persone e di intere popolazioni. La persona religiosa sa che Dio è il Santo e che nessuno può pretendere di appellarsi al suo nome per compiere il male. Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio».
Secondo il Pontefice, «bisogna mostrare, senza stancarsi, che ogni vita umana ha in sé stessa carattere sacro, merita rispetto, considerazione, compassione, solidarietà, a prescindere dall'etnia, dalla religione, dalla cultura, dall'orientamento ideologico o politico».
IL TESTO DEL DISCORSO
«L'appartenenza a una determinata religione non dà nessuna dignità o diritti supplementari a chi vi aderisce, così come la non appartenenza non ne toglie né diminuisce», ha aggiunto. «Occorre perciò impegnarsi insieme, leader politici e responsabili religiosi, insegnanti e operatori dell'educazione, della formazione e dell'informazione, per avvertire chiunque venisse tentato da forme perverse di religiosità traviata, che esse nulla hanno a che vedere con la testimonianza di una religione degna di questo nome», ha spiegato Bergoglio.
«Questo – ha detto ancora il Papa – aiuterà quanti con buona volontà cercano Dio ad incontrarlo veramente, ad incontrare Colui che libera dalla paura, dall'odio e dalla violenza, che desidera servirsi della creatività e delle energie di ciascuno per diffondere il suo disegno d'amore e di pace rivolto a tutti».
Il messaggio ad Al-Azhar
Francesco ha ricordato anche quanto da lui detto in occasione del suo viaggio dell'anno scorso in Egitto, in particolare nel suo intervento alla Conferenza Internazionale per la Pace organizzata al Cairo dall'Università di Al-Azhar il 28 aprile 2017: «Dio, amante della vita, non cessa di amare l'uomo e per questo lo esorta a contrastare la via della violenza. Ad attuare questo imperativo sono chiamate, anzitutto e oggi in particolare, le religioni, perché, mentre ci troviamo nell'urgente bisogno dell'Assoluto, è imprescindibile escludere qualsiasi assolutizzazione che giustifichi forme di violenza. La violenza, infatti, è la negazione di ogni autentica religiosità. Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio».