Papa

Udienza. Il Papa: «Cristiani perseguitati anche con i guanti bianchi, emarginati»

Redazione Internet mercoledì 11 dicembre 2019

Quanti perseguitati oggi "anche con i guanti bianchi, in Europa e nel mondo".

È il grido di dolore del Papa nel corso dell'udienza generale nell'Aula Paolo VI. Il Pontefice, parlando a braccio, ha ricordato di avere ricevuto in udienza poco prima un gruppo di una diocesi ucraina: "Ho avuto prima un'udienza con i pellegrini di una diocesi ucraina. Come sono stati perseguitati, quanto hanno sofferto per il Vangelo ma non hanno negoziato la fede".

Quindi, il Pontefice sempre a braccio ha osservato: "Oggi nel mondo, in Europa sono tanti i cristiani perseguitati e danno la vita per la loro fede. Sono perseguitati anche con i guanti bianchi, lasciati da parte, emarginati. Ma il martirio è l'area della vita di una comunità cristiana, sempre ci saranno martiri tra noi e questo è il segnale che andiamo sulla strada di Gesù. È una benedizione del Signore che ci sia nel popolo di Dio qualcuno che dia questa testimonianza del martirio".

"Gesù è stato odiato dagli avversari, Paolo uguale". Lo ha detto, a braccio, il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è soffermato sull'episodio di Paolo prigioniero davanti al re Agrippa, narrato negli Atti degli Apostoli.

"La testimonianza di San Paolo è sempre più segnata dal sigillo della sofferenza", ha esordito Francesco: "Questa è una cosa che cresce col tempo nella vita di Paolo", ha aggiunto a braccio, spiegando che "Paolo non è solo l’evangelizzatore pieno di ardore, il missionario intrepido tra i pagani che dà vita a nuove comunità cristiane, ma è anche il testimone sofferente del Risorto". "L’arrivo dell’Apostolo a Gerusalemme, descritto al capitolo 21 degli Atti, scatena un odio feroce nei suoi confronti”, ha raccontato il Papa: “Come fu per Gesù, anche per lui Gerusalemme è la città ostile. Recatosi nel tempio, viene riconosciuto, condotto fuori per essere linciato e salvato in extremis dai soldati romani. Accusato di insegnare contro la Legge e il tempio, viene arrestato e inizia la sua peregrinazione di carcerato, prima davanti al sinedrio, poi davanti al procuratore romano a Cesarea, e infine davanti al re Agrippa".

"Luca evidenzia la somiglianza tra Paolo e Gesù, entrambi odiati dagli avversari, accusati pubblicamente e riconosciuti innocenti dalle autorità imperiali", ha proseguito Francesco: "E così Paolo è associato alla passione del suo Maestro, e la sua passione diventa un vangelo vivo. Paolo è chiamato a difendersi dalle accuse, e alla fine, alla presenza del re Agrippa II, la sua apologia si muta in efficace testimonianza di fede".