Il dialogo. I «consigli» del Papa ai seminaristi: ecco che preti sarete
I seminaristi dal Papa
Gli abusi? Sono «uno scandalo mondiale», che «mi fa pensare ai sacrifici umani dei bambini, come facevano i pagani». Il clericalismo? «È una perversione della Chiesa». E la Messa? «È un atto di lode a Dio, di gioia spirituale. Ma tante volte sembra una veglia funebre!». Ecco: «Oggi la celebrazione eucaristica è in crisi». E questo «è un problema mondiale». E i sacerdoti? Non siano «chierici di Stato» ma «preti del popolo di Dio».
Papa Francesco incontra i seminaristi delle diocesi lombarde, assieme ai loro vescovi e educatori. Ed è un dialogo a tutto campo, spontaneo, "pane al pane", quello restituito dalla trascrizione diffusa oggi dalla Sala stampa della Santa Sede (qui il testo integrale). L’udienza è avvenuta sabato a Roma, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, alla vigilia della grande festa della canonizzazione di sette nuovi santi, fra cui i lombardi Paolo VI e Francesco Spinelli, che ha portato nell’Urbe ottomila pellegrini dalla Lombardia, principalmente dalle diocesi di Brescia e Milano. E ha dato al Papa l’occasione per andare al cuore delle sfide dell’essere prete nella Chiesa e nella società d’oggi.
La via della vicinanza
Ebbene: come essere Chiesa in uscita – chiede Andrea, seminarista di Brescia – in un mondo sempre più secolarizzato? La risposta del Papa: fare come Gesù. La via è la «vicinanza a Dio nella preghiera» e «la vicinanza al popolo di Dio». Per questo servono preti santi, «preti del popolo di Dio». No, dunque, ai «chierici di Stato», no al prete in carriera, sì al «prete che prega, sta con i bambini, insegna la catechesi, celebra la Messa con la sua comunità, sa i nomi della gente perché si avvicina, alla fine della Messa va e saluta...». Francesco si sofferma sull’«aspetto teologico della vicinanza»: «Dio che si fa uomo per noi, si fa vicino».
Il dubbio, «croce feconda»
Per formare veri preti del popolo di Dio serve un cammino di formazione in seminario basato su quattro pilastri – studio, preghiera, attività pastorale, vita comunitaria –, serve coltivare «la familiarità con la Parola di Dio» e ricordare che «tutto è grazia», spiega Bergoglio rispondendo a Giovanni di Bergamo. Un cammino che spesso fa incontrare «la croce del dubbio», confessa Daniele, della diocesi di Mantova. Sì, il dubbio «è una croce, ma feconda», che «ti avvicina a Gesù», riconosce il Papa. Una croce da affrontare in dialogo con Dio, il superiore, gli educatori, i compagni.
«Non annoiate la gente»
Piergiorgio, della diocesi di Crema, porta il discorso sulla difficoltà dei giovani a incontrare «Gesù Eucaristia». Ecco: ci vuole «una
catechesi su cos’è l’Eucaristia, una catechesi di vita». E una celebrazione eucaristica che non sia «una veglia funebre – chiede il Papa –. Voi che sarete preti, per favore, non annoiate la gente». Un altro invito è a non «strumentalizzare l’Eucaristia», come fa chi chiede soldi quale condizione per celebrare, e ad evitare Messe «toccata e fuga». No: «il tuo cuore dev’essere lì, nell’Eucaristia». Purtroppo «oggi la celebrazione eucaristica è in crisi», riconosce Bergoglio.
Saper giocare con i bambini
«Discernere è la vita cristiana», prosegue rispondendo a Marco della diocesi di Milano. «Le cose concrete della vita ti portano al
discernimento, e un segnale di maturità è la capacità di giocare con i bambini. Un uomo che non sa giocare con i bambini, gli manca qualcosa». Quindi, rispondendo a don Marco, educatore del seminario di Cremona: «Se vedi un giovane seminarista che cade nella rigidità, fallo aspettare. Non è adatto per l’ordinazione». E «se vedi un altro che prende tutte le cose sul serio e non ha
il senso dell’umorismo, mandalo a lavorare al circo per un po’, poi quando torna, dopo due anni, vedremo come vanno le cose». L’invito: aiutate i giovani «a gustare il rischio del Vangelo». Educateli alla pazienza. E correggete i seminaristi che danno segni di essere «arrampicatori», aggiunge rivolgendosi a don Ivan, rettore del seminario di Como. Il rischio è avere nella Chiesa preti
e vescovi carrieristi, fino all’«adulterio episcopale».
Gli abusi e la mondanità
Con Davide, ambrosiano, il dialogo tocca gli scandali che feriscono la Chiesa e coinvolgono i consacrati. A chi dice che gli abusi commessi da preti sono pochi rispetto a quelli commessi nelle famiglie, nelle scuole o nelle palestre, il Papa risponde: «Fosse anche un solo sacerdote, è mostruoso». «È uno scandalo mondiale – scandisce Francesco – che a me fa pensare ai sacrifici umani dei bambini, come facevano i pagani. Su questo punto, parlate chiaro: se voi vedete una cosa del genere, subito al vescovo». Altro scandalo «forte» è «il prete mondano, quello che vive nella mondanità spirituale». Il prete educato e ben integrato nella società, ma che – va al sodo il Papa – non vedi mai in preghiera davanti al tabernacolo, mai in ospedale a prendere le mani degli ammalati, mai davvero impegnato nelle opere di misericordia, «quelle difficili da fare».