Udienza. Il Papa all'Acr: guardiamo gli altri, non lo schermo del telefonino
Nel discorso consegnato agli iscritti dell’Azione Cattolica Ragazzi, ricevuti in udienza, il Papa invita a staccarsi dall’universo virtuale, ad alzare lo sguardo al cielo, a Dio, e a guardare chi ci vive accanto per impegnarsi poi a beneficio del prossimo e degli ultimi
“A Dio non piace quando stiamo a impigrirci sul divano; lui ci vuole in movimento, in cammino, pronti e ben disposti a metterci in gioco. Andate! Ma verso dove, verso chi? Verso gli altri, verso – dice Gesù nel Vangelo – tutti i popoli, senza escludere nessuno”. E’ l’invito del Papa ai ragazzi dell’Acr, ricevuti oggi in udienza.
“Il Signore non vuole che trascorriamo le giornate restando chiusi in noi stessi”, scrive Francesco nel testo consegnato: “E questo è un grande rischio per un ragazzo e una ragazza oggi: passare le giornate tenendo davanti agli occhi lo schermo di un telefonino. No, i nostri occhi sono fatti per guardare quelli degli altri. “Per testimoniare l’amore di Gesù, bisogna scendere in campo non individualmente, ma insieme, come gruppo”, spiega Francesco: “Bisogna, in altre parole, fare squadra, per scoprirci fratelli e sorelle in un mondo che tende a isolarci, a dividerci, a metterci l’uno contro l’altro; che ti dice: ‘pensa a te stesso e non preoccuparti degli altri’. Invece, il segreto è proprio prendersi cura degli altri. E così ci si prende cura anche di sé stessi”.
“Si parte da qui, dal vedere in ogni persona non un avversario, ma un compagno di squadra, un figlio di Dio: ecco lo spirito con cui vincere l’indifferenza”, l’indicazione del Papa, insieme a quella a seguire. “non i ricchi e i potenti, non chi sta già sulle copertine delle riviste patinate o in televisione, ma i più piccoli, i poveri, i dimenticati, gli scartati, quelli di cui nessuno si cura. Pensare a loro e a quello che serve e a loro, anziché a quello che manca a noi, è il segreto per rendere più bello, giusto e pacifico il nostro mondo, che di pace ha tanto bisogno. E io per questo mi affido a voi, al vostro sguardo d’insieme sul futuro, alla vostra forza di andare e soprattutto alla vostra preghiera per la pace, che è potente e può fare grandi cose! Non dobbiamo avere paura di scendere in campo, di metterci in gioco”.
Per Gesù, ha spiegato, "ciascuno è importante, ma ci sono alcuni che ama in modo particolare. Sapete chi sono? Non i ricchi e i potenti, non chi sta già sulle copertine delle riviste patinate o in televisione, ma i più piccoli, i poveri, i dimenticati, gli scartati, quelli di cui nessuno si cura. Pensare a loro e a quello che serve a loro, anziché a quello che manca a noi, è il segreto per rendere più bello, giusto e pacifico il nostro mondo, che di pace ha tanto bisogno. E io per questo mi affido a voi, al vostro sguardo d'insieme sul futuro, alla vostra forza di andare e soprattutto alla vostra preghiera per la pace, che è potente e può fare grandi cose!"
"Per testimoniare l’amore di Gesù, bisogna scendere in campo non individualmente, ma fare squadra. Prendendosi cura degli altri ci si prende cura anche di sé stessi" - Vatican Media
Infine un richiamo al Natale che "ci ricorda proprio questo: che Dio entra nel mondo e ci dona la forza di andare, di camminare con Lui. A Natale ci ha raggiunti, è diventato nostro compagno di viaggio. E mai e poi mai ci abbandonerà. Non vede l'ora di accompagnarci nelle nostre vicende, in tutte le vicende della vita, per aiutarci a scoprire il senso del cammino, il significato del quotidiano, per infonderci coraggio nelle prove e nel dolore. Per rialzarci dopo ogni caduta e proteggerci in mezzo a ogni tempesta. Non è bello camminare con un Dio così, con un Dio che è nostro amico, l'Amico del quale sempre fidarci?".