Papa

Sull'aereo. Il Papa: l’aborto è omicidio. Il matrimonio solo tra uomo e donna

Mimmo Muolo, inviato sul volo papale mercoledì 15 settembre 2021

Papa Francesco in volo dalla Slovacchia

"L'antisemitismo è alla moda, sta risorgendo. È una cosa brutta brutta brutta". Quanto poi all'aborto, è senza mezzi termini "un omicidio". Anche se i rapporti con chi abortisce o provoca l'aborto vanno affrontati pure sul piano pastorale oltre che dottrinale. E per quanto riguarda i matrimoni gay, per la Chiesa il matrimonio è un sacramento, l'unione tra uomo e donna. E i sacramenti non possono essere cambiati. Le unioni tra persone dello stesso sesso vanno regolati per via civile. Queste in sintesi le risposte del Papa alle domande che gli sono state rivolte durante la conferenza stampa in aereo sul volo di ritorno dal viaggio a Budapest e in Slovacchia. Il Pontefice ha anche scherzato sulla sua salute. E a chi gli diceva che l'operazione l'ha ringiovanito, ha risposto: "E infatti qualcuno ha detto che voleva farsi l'intervento. Ma non è stata una cosa estetica", ha aggiunto poi più seriamente.

La risoluzione del Parlamento Europeo sui matrimoni gay. In merito, il Papa ha ricordato di essere stato chiaro anche in passato. "Il matrimonio è un sacramento e la Chiesa non ha il potere di cambiare i sacramenti così come il Signore li ha istituiti. Ma ci sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente di orientamento sessuale diverso. È importante che vengano aiutati, ma senza imporre cose che per la loro natura nella Chiesa non vanno. Se una coppia omosessuale vuole condurre la vita insieme, gli Stati hanno possibilità civilmente di sostenerli, di dargli sicurezza di eredità, di salute. I francesi hanno una legge su questo non solo per gli omosessuali, ma per tutti coloro che vogliono associarsi, ad esempio tre vedove che vogliono vivere insieme. Ma il matrimonio è matrimonio, è l'unione tra un uomo e una donna".

Questo, ha aggiunto Francesco, non vuol dire condannare gli omosessuali. "Sono nostri fratelli e sorelle e dobbiamo accompagnarli. Bisogna rispettare tutti, il Signore vuole salvare tutti, ma per favore non fare che la Chiesa rinneghi la sua verità. Tanti omosessuali si accostano al sacramento della penitenza, per chiedere consiglio ai sacerdoti, la Chiesa li aiuta ad andare avanti nella propria vita".

L'aborto e la questione della comunione ai pro choice in Usa. Alla richiesta di pronunciarsi sul tema Francesco ha risposto ribadendo per prima cosa che "l'aborto è più che un problema, è un omicidio. Chi fa un aborto uccide. Nei libri di embriologia alla terza settimana del concepimento tutti gli organi sono già formati. È una vita umana e va rispettata. Principio chiaro. E a chi non lo capisce farei due domande: è giusto uccidere una vita umana per risolvere un problema? È giusto affittare un sicario per risolvere un problema? Scientificamente è una vita umana. E per questo la Chiesa è così dura su questo argomento, perché se accettasse questo, è come se accettasse l'omicidio quotidiano".

Tuttavia, oltre il principio che resta fermo, c'è poi la questione pastorale. Sul punto il Papa ha detto: "La comunione non è un premio per i perfetti. È un dono, la presenza di Gesù nella sua Chiesa e nella comunità. Coloro che non stanno nella comunità non possono fare la comunione. Ma questa non è una pena. E il problema non è tanto teologico ma pastorale. E se vediamo la storia della Chiesa, ogni volta che i vescovi hanno gestito un problema non come pastori, si sono schierati sul piano politico. Pensiamo alla notte di San Bartolomeo. 'L'eresia è gravissima, sgozziamoli tutti'. Pensiamo a Giansenio o alla caccia delle streghe, a Campo dei fiori (la piazza romana dove fu messo al rogo Giordano Bruno, ndr) o a Savonarola. Quando la Chiesa per difendere un principio lo fa non pastoralmente, si schiera sul piano politico". Allora, ha proseguito papa Bergoglio, "il pastore deve fare il pastore e non andare condannando, perché è anche pastore dello scomunicato. Bisogna essere pastore con lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza. Tutta la Bibbia lo dice".

Questo è il principio, ha spiegato ancora il Pontefice, che ha precisato di non voler entrare nello specifico del caso degli Usa, dato che non conosce bene la situazione. "Lei potrebbe dirmi: ma se è lei è vicino e compassionevole con qualcuno, darebbe la comunione?". Rispondo: sii pastore, perché il pastore sa che cosa deve fare in ogni momento. Ma se esce dalla pastoralità della Chiesa, immediatamente diventa un politico. I principi sono della teologia. La pastorale è la teologia e lo Spirito Santo insieme che ti conduce a operare con lo stile di Dio".

Infine Francesco ha chiosato: "Se lei mi dice, si può dare la comunione o non si può dare, è casistica. Quello lo dicano i teologi. Si ricorda lei la tempesta che si è armata con l'Amoris Laetitia, quando è uscito quel capitolo di accompagnamento agli sposi separati, divorziati. 'Eresia, eresia'. Grazie a Dio che c'era il cardinale Schonborn, grande teologo, che ha chiarito le cose. Ma sempre c'è questo coro di condanna. Già basta con la scomunica, per favore non mettiamo più scomunica... povera gente, sono figli di Dio, stanno fuori temporalmente, ma hanno bisogno della nostra vicinanza pastorale. Poi il pastore risolve le cose come lo Spirito gli dice".

La paura dei vaccini. Alla domanda sul perché di tanti timori sui vaccini anticovid, Francesco ha risposto. "È strano perché l'umanità ha una storia di amicizia con i vaccini. E da piccoli ne facciamo diversi. E nessuno dice nulla. Adesso invece non solo per la virulenza della pandemia, ma anche per la diversità dei vaccini da quelli tradizionali o per la fama di alcuni vaccini che, dicono, sono poco più di acqua distillata. Qualcuno afferma che con il vaccino il virus ti entra dentro. Anche nel collegio cardinalizio ci sono alcuni negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus (il cardinale Burke, ndr), ironia della vita. Alcuni hanno paura perché non sono sufficientemente sperimentati. Ma bisogna parlarne con serenità. In Vaticano siamo tutti vaccinati, tranne un piccolo gruppo che si sta studiando come aiutare".

Le prime domande della conferenza stampa hanno riguardato invece il viaggio a Budapest e in Slovacchia. Il Papa ha spiegato perché non si è soffermato di più in Ungheria. "All'inizio qualcuno ha pensato a male: viene solo alla Messa del Congresso Eucaristico e a noi ungheresi non ci visita. Poi ho spiegato che era già pianificata la visita in Slovacchia. Ma ho promesso al presidente (János Áder, ndr) che ho incontrato per la terza volta, di venire il prossimo anno o l'altro, perché sono tanti i valori degli ungheresi. Mi ha colpito soprattutto il senso dell'ecumenismo". Quanto poi al tema dei colloqui con Áder e Orban, Francesco ha precisato che non si è parlato di immigrazione. Il Papa ha apprezzato il gesto di cortesia delle autorità ungheresi che lo hanno voluto salutare e ha aggiunto: "Il presidente ha parlato innanzitutto di ecologia. Chapeau a voi ungheresi per la coscienza ecologica, ad esempio come vengono purificati i fiumi. Poi ho domandato sulla media dell'età, perché sono preoccupato dell'inverno demografico. Una preoccupazione seria. Il presidente mi ha spiegato la legge che hanno varato per aiutare le coppie giovani a sposarsi e ad avere figli. È interessante, è una legge che assomiglia a quella francese, ma più sviluppata. Il premier e il suo vice hanno aggiunto dei particolari tecnici e poi si è tornati sull'ecologia. E poi sulla famiglia: si vede che c'è tanta gente giovane. Anche in Slovacchia. Sono rimasto stupito. Adesso la sfida è che si trovi lavoro per tutti, altrimenti potrebbero emigrare. È stato un bel clima e ha parlato quasi sempre il presidente", ha concluso il Papa sull'argomento.

Infine un accenno all'Europa: "Deve sempre tener presenti i sogni del padri fondatori dell'Ue. Che non è una riunione per fare delle cose. C'è uno spirito alla base dell'Unione e bisogna tornare a quello. Altrimenti c'è il pericolo che sia solo un ufficio di gestione di alcuni affari e questo non va. Andare alla mistica, cercare le radici e portarle avanti. Alcuni interessi non europei cercano di usare l'Ue per le colonizzazioni ideologiche. Non può essere così. L'Ue deve essere indipendente. E tutti i Paesi devono essere ispirati dalle idee dei padri fondatori".