Domenica. Il Papa: «Donare gioia ai bambini, giocare con loro»
Il Papa alla finestra per l'Angelus in piazza San Pietro
Papa Francesco ha trascorso l'ultima domenica di Avvento con i bambini da 0 a 5 anni che vengono seguiti dal Dispensario di Santa Marta, le loro famiglie, gli educatori e i pediatri che lo hanno in cura. E l'ha fatto con un caloroso scambio di auguri nell'aula Paolo VI con canti e animazioni sul Natale. Come ogni anno l'appuntamento cade poco dopo il compleanno di Francesco, che è il 13 dicembre. Per il Pontefice è stata l'occasione per festeggiare insieme ai piccoli assistiti e ai volontari dalla struttura caritativa vaticana fondata nel 1922 da Papa Pio XI. La "famiglia" del Dispensario ha anche voluto offrire al Pontefice una grande torta, consumata nel pranzo organizzato dopo l'Angelus.
Terminata l'esibizione dei bambini, Francesco si è rivolto alle suore, ai volontari del Dispensario Santa Marta e ai genitori dei bambini assistiti dalla struttura, ricordando a tutti quanto sia importante e "grande" donare "gioia" ai bambini. "Anche i genitori quando sanno giocare con i bambini fanno una cosa molto grande - ha aggiunto - . Giocare con i bambini, l'espressione dei bambini che sono innocenza, promessa, tante cose buone... Grazie per questo incontro".
Per aprire un dialogo diretto con i bambini, Francesco ha preso spunto dai doni portati dai Re Magi durante lo spettacolo, sui quali erano riportate le parole speranza, amore e pace. Il Papa ha spiegato ai bambini che "la guerra uccide la vita, uccide i vecchi, i giovani, i bambini, uccide tutto. Ma per sconfiggere la guerra c'è bisogno di amore". Il Papa invita anche i più piccoli a "andare avanti con la speranza. Sempre guardare il futuro, guardare l'orizzonte, con la speranza che venga sempre dal Signore, e anche dal nostro lavoro, un mondo migliore".
All'Angelus la lode di san Giuseppe
Parlando ai fedeli radunati in piazza San Pietro per l'Angelus, poi, il Papa ha parlato di Giuseppe e di Maria. "Sono promessi sposi; non abitano ancora insieme, ma lei e in attesa di un bambino per opera di Dio. Giuseppe, di fronte a questa sorpresa, naturalmente resta turbato ma, invece di reagire in modo impulsivo e punitivo, cerca una soluzione che rispetti la dignità e l'integrità della sua amata Maria. Dice il Vangelo: "Giuseppe suo sposo, poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, penso di ripudiarla in segreto" (v. 19). Giuseppe infatti sapeva bene che, se avesse denunciato la sua promessa sposa, l'avrebbe esposta a gravi conseguenze, addirittura alla morte. Egli ha piena fiducia in Maria, che ha scelto come sua sposa". "Tuttavia", ha aggiunto il Santo Padre, "adesso, questa inspiegabile circostanza lo induce a mettere in discussione il loro legame; pertanto, con grande sofferenza, decide di distaccarsi da Maria senza creare scandalo. Ma l'Angelo del Signore interviene per dirgli che la soluzione da lui prospettata non e quella voluta da Dio. Anzi, il Signore gli apre una strada nuova di unione, di amore e di felicita: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che e generato in lei viene dallo Spirito Santo" (v. 20). "A questo punto, Giuseppe si fida totalmente di Dio, obbedisce alle parole dell'Angelo e prende con se Maria. Proprio questa fiducia incrollabile in Dio gli ha permesso di accettare una situazione umanamente difficile e, in un certo senso, incomprensibile. Giuseppe capisce, nella fede, che il bambino generato nel grembo di Maria non e suo figlio, ma e il Figlio di Dio e lui, Giuseppe, ne sara il custode assumendone pienamente la paternità terrena. L'esempio di questo uomo mite e saggio ci esorta ad alzare lo sguardo e spingerlo oltre. Si tratta di recuperare la logica sorprendente di Dio che, lontano da piccoli o grandi calcoli, e fatta di apertura verso orizzonti nuovi, verso Cristo e la sua Parola".