Angelus. Le quattro domande del Papa a ciascuno: cosa faccio io per il popolo ucraino?
"Non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino in questo momento. Popolo che sta soffrendo". Così papa Francesco al termine dell'Angelus di domenica, quasi in sordina. E poi le domande diventano quattro, come una sorta di "esame di coscienza mondiale2, nota Vatican News, "che non sollecita come in altre occasioni i leader che hanno in mano i destini del pianeta ma le singole persone, a sottolineare che di fronte a una simile tragedia, alla sofferenza di un popolo martoriato, non esiste una prima e una seconda linea d’azione, ma una responsabilità umana collettiva che non distingue tra governanti e governati e che si rivolge intanto a chi ha fede e da questa fa discendere un impulso alla solidarietà".
Ed ecco le quattro domande del Papa:
"Io vorrei che rimanga in tutti voi una domanda: cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Prego? Mi do da fare? Cerco di capire? Ognuno si risponda nel proprio cuore", ha continuato il Pontefice.
L'Angelus
Mai confinare l’Eucarestia in una dimensione lontana dalla quotidianità. Papa Francesco dalla finestra su Piazza San Pietro di fronte a numerosi fedeli venuti ad ascoltarlo per la preghiera mariana dell’Angelus ricorda che nell’Eucarestia il Signore è presente e ci chiama ad essere cittadini del cielo, ma tiene conto del cammino che dobbiamo affrontare in terra. “Se ho poco pane nella borsa – spiega – Lui lo sa e se ne preoccupa”.
Come riporta Vatican News, talvolta c’è il rischio di confinare l’Eucaristia in una dimensione vaga, magari luminosa e profumata di incenso, ma lontana dalle strettoie del quotidiano. In realtà, il Signore prende a cuore tutti i nostri bisogni, a partire da quelli più elementari.
Mangiare e dare da mangiare
Nell’Eucarestia infatti ognuno può fare esperienza dell’amorosa e concreta attenzione del Signore. La moltiplicazione dei pani e gli altri segni con i quali Gesù prefigura l’Eucarestia, osserva il Vescovo di Roma, non avvengono in maniera spettacolare, ma quasi riservatamente: “il pane aumenta passando di mano in mano”.
"La nostra adorazione eucaristica trova la sua verifica quando ci prendiamo cura del prossimo, come fa Gesù: attorno a noi c’è fame di cibo, ma anche di compagnia, di consolazione, di amicizia, di buonumore, di attenzione. C'è fame di essere evangelizzati. Questo troviamo nel Pane eucaristico: l’attenzione di Cristo alle nostre necessità, e l’invito a fare altrettanto verso chi ci è accanto. Bisogna mangiare e dare da mangiare".
Mangiare ed essere saziati
Chi riceve il Corpo e Sangue di Cristo, prosegue il Pontefice, non solo mangia, ma viene saziato. Abbiamo infatti bisogno di alimentarci, ma anche di sapere che il nutrimento ci venga dato per amore:
"Nel Corpo e nel Sangue di Cristo troviamo la sua presenza, la sua vita donata per ognuno di noi. Non ci dà solo l’aiuto per andare avanti, ma ci dà sé stesso: si fa nostro compagno di viaggio, entra nelle nostre vicende, visita le nostre solitudini, ridando senso ed entusiasmo. Questo ci sazia, quando il Signore dà senso alla nostra vita, alle nostre oscurità, ai nostri dubbi, ma Lui vede il senso e questo sì, ci sazia, il senso che ci dà il Signore, questo ci dà quel “di più” che tutti cerchiamo: cioè la presenza del Signore! Perché al calore della sua presenza la nostra vita cambia: senza di Lui sarebbe davvero grigia".
Al termine della preghiera Francesco ha ricordato le beatificazioni celebrate domenica a Siviglia di 11 domenicani uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola del secolo scorso. Quindi si è soffermato sulle violenze in corso in Myanmar facendo appello alla comunità internazionale perché la dignità umana e il diritto alla vita siano rispettati e ha invitato tutti a domandarsi quale sia l'impegno personale, di solidarietà e comprensione, verso il popolo ucraino...
Il pensiero è andato anche all'ormai prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Roma a partire da mercoledì 22 giugno.
"Ringrazio i vescovi, i parroci e gli operatori della pastorale familiare che hanno convocato le famiglie a momenti di riflessione, di celebrazione e di festa. Ringrazio soprattutto gli sposi e le famiglie che daranno testimonianza dell’amore familiare come vocazione e via di santità. Buon incontro!"