Angelus. Il Papa: chiedo scusa per il viaggio rimandato in Africa
Lo Spirito Santo parla “ma non di sé stesso: annuncia Gesù e rivela il Padre”. All’Angelus papa Francesco, nel giorno della Solennità della Santissima Trinità, sottolinea che il Padre “dà al figlio tutto quello che possiede” e si “dona interamente al Figlio”.
IL TESTO INTEGRALE
Sono anche io un riflesso della Trinità? Papa Francesco pensando ai nomi delle Persone divine, “che pronunciamo ogni volta che facciamo il segno della croce”, sottolinea che “in ciascun nome c’è la presenza dell’altro”. “Il Padre, ad esempio, non sarebbe tale senza il Figlio; così pure il Figlio non può essere pensato da solo, ma sempre come Figlio del Padre. E lo Spirito Santo, a sua volta, è Spirito del Padre e del Figlio”.
Come riporta Vatican News, la Trinità ci insegna che non si può mai stare senza l’altro. Non siamo isole, siamo al mondo per vivere a immagine di Dio: aperti, bisognosi degli altri e bisognosi di aiutare gli altri. E allora, poniamoci quest’ultima domanda: nella vita di tutti i giorni sono anch’io un riflesso della Trinità? Il segno di croce che faccio ogni giorno - Padre e Figlio e Spirito Santo -, quel segno di croce che facciamo tutti i giorni, rimane un gesto fine a sé stesso o ispira il mio modo di parlare, di incontrare, di rispondere, di giudicare, di perdonare?
“La Madonna, figlia del Padre, madre del Figlio e sposa dello Spirito – afferma infine il Pontefice ci aiuti ad accogliere e testimoniare nella vita il mistero di Dio-Amore”.
Dopo la preghiera mariana, il Pontefice si è rivolto "alle popolazioni e alle autorità della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan". "Carissimi, con grande dispiacere, a causa dei problemi alla gamba - ha detto - ho dovuto rinviare la mia visita nei vostri Paesi, programmata per i primi giorni di luglio. Provo davvero un grande rammarico per aver dovuto rinviare questo viaggio, a cui tengo moltissimo".
Il pensiero di Francesco è inoltre andato all'Ucraina: "è sempre vivo nel mio cuore il pensiero per la popolazione ucraina, afflitta dalla guerra. Il tempo che passa non raffreddi il nostro dolore e la nostra preoccupazione per quella gente martoriata".
Francesco è poi tornato alla giornata di sabato a Breslavia, in Polonia, dove "sono state beatificate suor Pasqualina Jahn e nove consorelle martiri, della Congregazione delle Suore di Santa Elisabetta, uccise alle fine della seconda guerra mondiale in un contesto ostile alla fede cristiana". "Il loro esempio di fedeltà a Cristo ha affermato - aiuti tutti noi".