Sale della comunità. Il Papa: siate creativi, l'autoreferenzialità uccide
Papa Francesco con i partecipanti all'udienza all'Associazione cattolica Esercenti Cinema-Sale della Comunità (Ansa)
L'autoreferenzialità «uccide sempre» e dunque occorre che nella Chiesa si superino gli steccati. Lo ha detto papa Francesco nell'udienza ai membri dell'Associazione cattolica Esercenti Cinema-Sale della Comunità (Acec) in occasione del 70° anniversario di fondazione.
Il Pontefice ha incoraggiato alla creatività: «Quando un artigiano modella la sua opera, lo fa integrando testa, cuore e mani secondo un disegno chiaro e definito. Vi incoraggio a dare spazio alla creatività, immaginando e costruendo nuovi percorsi. La creatività è fondamentale: sappiamo benissimo come le nuove piattaforme digitali rappresentino una sfida per i media tradizionali. Lo sguardo sta a fondamento della costruzione delle comunità. E voi sapete benissimo - ha detto il Papa - quanto sia importante superare gli steccati del passato per proiettarsi nei sentieri del futuro. Tutti voi avete nel Dna un sentire ecclesiale. Vi esorto a vivere la vostra passione e la vostra competenza con senso e stile ecclesiale: è la miglior medicina per non cadere nell'autoreferenzialità che sempre uccide». IL TESTO DEL DISCORSO
Francesco ha anche reso omaggio al cinema italiano del dopoguerra, citando in particolare la pellicola "I bambini ci guardano" di Vittorio De Sica. «È un lavoro bello e ricco di significati», ha commentato. «Ma tutto il cinema del dopoguerra è una scuola di umanesimo - ha proseguito -. Voi italiani avete fatto questo con i vostri grandi "autori" e non parlo per sentito dire perché da bambini i genitori ci portavano a vedere quei film, riprendiamoli. Voi siete eredi di questa grande scuola di umanità».
Il Papa ha inoltre ricordato che «il cinema è un grande strumento di aggregazione. Soprattutto nel dopoguerra ha contribuito in maniera eccezionale a ricostruire il tessuto sociale con tanti momenti aggregativi. Quante piazze, quante sale, quanti oratori, animati da persone che, nella visione del film, trasferivano speranze e attese. E da lì ripartivano, con un sospiro di sollievo, nelle ansie e difficoltà quotidiane. Un momento anche educativo e formativo, per riconnettere rapporti consumati dalle tragedie vissute».
Russo (Cei): buon cinema è energia positiva
Nel saluto rivolto al Papa, monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha ricordato che «in questi decenni l’Acec ha ampliato le proprie finalità e il proprio campo d’azione, anche e soprattutto per rispondere agli stimoli e alle mutate esigenze del tempo. Oggi l’Associazione non si limita a rappresentare solo gli interessi morali e materiali degli esercenti delle sale associate e ad assicurare ai soci servizi di consulenza e assistenza legale, amministrativa e fiscale».
Le sale della comunità sono oggi più di 800 nelle periferie delle grandi città e in Comuni al di sotto di 10mila abitanti e, ha ricordato Russo, sono «luogo e spazio d’incontro, di testimonianza, di dialogo, di confronto». Adesso «si aprono nuove sfide imposte dalle moderne tecnologie» e «l’Acec è impegnata in questa direzione»: «Ne è testimonianza - ha proseguito Russo - la presenza qui, oggi, di rappresentanti di altre due istituzioni che offrono il proprio servizio nell’approfondire i temi legati alla cultura cinematografica: la Commissione nazionale valutazione film della Cei, nata negli anni Trenta del secolo scorso, e la Fondazione Ente dello Spettacolo, fondata nel 1946».
Per monsignor Russo, «il cinema offre visioni e letture della realtà, stimola emozioni ed ha la capacità di rafforzare i legami sociali e culturali. Il buon cinema è davvero energia positiva per le comunità. In un momento di grandi trasformazioni, intendiamo percorrere la strada della comunione che rafforza i legami associativi cercando anche forme di collaborazione efficace tra le nostre realtà».