Papa. Al Forum Est Ovest: «Guerra dissacra nome di Dio. Subito negoziati in Ucraina»
Dire no alla “bestemmia della guerra e all’uso della violenza” è un dovere per tutti gli uomini religiosi. Specie in un mondo in cui “si gioca con il fuoco, con missili e bombe, con armi che provocano pianto e morte, ricoprendo la casa comune di cenere e odio”. No, dunque, a anche a “visioni dispotiche, imperialiste, nazionaliste e populiste. Per questo il Papa ripete il suo "accorto appello perchè si ponga fine alla guerra in Ucraina e si avvino seri negoziati di pace". E aggiunge inoltre “non basta dire che una religione è pacifica, occorre condannare e isolare i violenti che ne abusano il nome”. Così come “non è sufficiente prendere le distanze dall’intolleranza e dall’estremismo. E’ necessario anche “interrompere il sostegno ai movimenti terroristici attraverso il rifornimento di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura (soprattutto per quanto riguarda la denuncia del finanziamento al terrorismo) papa Francesco ha preso parte questa mattina alla sessione conclusiva del Forum su “Est e Ovest per la convivenza umana”, presenti anche il re del Bahrein, Hamad bin Isa bin Salman Al Khalifa, e il grande imam di Al Azhar, Ahmed al Tayeb. In primo luogo la condanna senza appello della guerra. Ma poi anche la sottolineatura della vera libertà religiosa e di una cittadinanza senza discriminazioni delle cosiddette minoranze. E quindi la promozione della donna e la tutela dei bambini. In sintesi, ha detto Francesco, bisogna “abitare la crisi senza cedere alla logica del conflitto”. Senza dimenticare gli squilibri Nord-Sud, la "catastrofe delle disuguaglianze", "la vergognosa piaga della fame e dei cambiamenti climatici".
Ansa
Il Papa ha fatto ampio riferimento al "Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato nel 2019 non lontano da qui, ad Abu Dhabi proprio insieme all’imam di Al Azhar. E anche alla Dichiarazione del Regno del Bahrein, sottolineando quanto sia importante in primo luogo la preghiera, per superare le chiusure e gli egoismi, l’autoreferenzialità, le falsità e l’ingiustizia. L’uomo non puoò essere ridotto, ha ricordato, “a ciò che compra e ciò che vende o con cui si diverete”. Quindi ha posto l’accento, come già aveva fatto giovedì all’arrivo, sulla libertà religiosa. “Impegniamoci – ha scandito – perché i luoghi di culto siano protetti e rispettati, sempre e ovunque, e la preghiera sia favorita e mai ostacolata. Ma non è su questo è necessario che ogni credo si interroghi, ha fatto notare Francesco. Se cioè “costringe dall’esterno o libera dentro le creature di Dio, se aiuta l’uomo a respingere le rigidità, la chiusura e la violenza” o se “accresce nei credenti la vera libertà”.
E’ necessario da questo punto di vista accrescere anche l’educazione, perché “l’ignoranza è nemica della pace” e fa aumentare gli estremismi e radicare i fondamentalismi. Una educazione aperta che insegni a dialogare con gli altri e alimenti la compresione reciproca, ha raccomandato il Pontefice. Tre sono a suo avviso le “urgenze educative” odierne. Il riconoscimento della donna in ambito pubblico (“Via per emanciparsi dai retaggi storici e contrari allo spirito di solidarietà fraterna”), la tutela dei diritti fondamentali dei bambini (“essi crescano istruiti, assistiti, accompagnati, non destinati a vivere nei morsi della fame e nei rimorsi della violenza”) e l’educazione alla cittadinanza.
Su questo argomento il Papa è stato molto chiaro. Bisogna “stabilire nelle nostre società – ha detto – il concetto della piena cittadinanza e rinunciare all’uso discriminatorio del termine minoranze, che porta con sé i semi del sentirsi isolati e dell’inferiorità; esso prepara il terreno alle ostilità e alla discordia e sottrae le conquiste e i diritti religiosi e civili di alcuni cittadini, discriminandoli”. Parole che nel mondo arabo-islamico, ma anche in altri contesti (si pensi all’induismo indiano) devono indurre a una profonda riflessione.
Fraternità, dialogo e pace, in definitiva, ha invocato il Papa davanti ai partecipanti al Forum. Con un appello finale “Stringiamo tra di noi legami più forti, senza doppiezze e senza paura, in nome del creatore che ci ha posto insieme nel mondo quali custodi dei fratelli e delle sorelle. Avanziamo nel percorso di reciproca conoscenza”.
Un concetto sul quale si è soffermato anche l'imam nel suo discorso. "In alternativa alla teoria dello scontro di civiltà c'è la teoria della conoscenza reciproca di civiltà. Essa propone apertura all'altro e conoscenza reciproca in un quadro di cooperazione e scambio di benefici". La massimna autorità sunnita ha poi aggiunto la sua voce a quella di chiede pace in Ucraina e si è rivolto anche ai musulmani sciiti per un discorso di riconciliazione "a cuore aperto". "Rivolgo il mio appello ai miei fratelli, i giuristi
musulmani di tutto il mondo, indipendentemente dalle loro sette e scuole, a tenere un dialogo 'islamico-islamicò serio, un dialogo a favore dell'unità, del riavvicinamento, un dialogo per la fratellanza religiosa e umana, in cui si respingono le cause della divisione, della sedizione e del conflitto settario e che si concentra sui punti di accordo e di incontro - ha detto -. Dovremmo perdonarci e
scusarci a vicenda per le cose su cui non concordiamo, e per le conseguenze che da ciò derivano; dovremmo fermare i discorsi di
odio, le provocazioni e le infedeltà, tenendo presente la necessità di superare i conflitti storici e contemporanei con tutti i loro problemi e sedimenti. Rivolgo questo invito a tutti, e in particolare ai nostri compagni musulmani sciiti - ha aggiunto -. Sono pronto, insieme ai giuristi di massima autorità di Al-Azhar e al Consiglio degli anziani musulmani, a tenere un tale incontro con il cuore aperto e le mani tese. Sediamoci insieme allo stesso tavolo per superare le differenze e rafforzare la questione islamica e l'unità delle posizioni realistiche, che soddisfano gli scopi dell'Islam e della sua legge, e vietano ai musulmani di ascoltare gli appelli di
divisione e discordia; e per guardarsi dal cadere nelle trappole che causano instabilità nelle nazioni, dall'uso della religione
per raggiungere un fine etnico o settario, e dall'interferire negli affari interni per indebolire la sovranità degli stati o
per usurparne le terre".
Al Papa che è giunto sul luogo del Forum, nei rigogliosi giardini del palazzo reale, a bordo di Fiat 500 bianca e scortato da una ventina di militari a cavallo, mentre due elicotteri con le bandiere vaticana e bahrenita volteggiavano sopra il parco, ha fatto eco il re. “L’umanità – ha ricordato - ha un grande bisogno, come mai in precedenza, di ravvivare le vie della vicinanza e della comprensione fra i seguaci delle religioni e delle convinzioni come approccio principale per ottenere la concordia piuttosto che la contrapposizione, l’unità invece della divisione. E mentre camminiamo insieme, mano nella mano, per raggiungere l’obiettivo di un futuro prospero, dobbiamo tutti essere unanimemente concordi in queste condizioni eccezionali nel fermare la guerra fra Russia e Ucraina e avviare dei seri negoziati per il bene dell’intera umanità”.
E in merito alla guerra in Ucraina, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, conversano a margine del Forum con i giornalisti al seguito del Papa ha confermato la preoccupazione del Pontefice per il conflitto, ma si è anche detto speranzoso per qualche segnale che giunge da Mosca. “Spero che le sue parole aprano spiragli per la pace”, ha aggiunto. Resta comunque valido anche l’appello a Zelensky. Quanto alla manifestazione per la pace di domani, sabato 5 novembre, in Italia, ha detto: “Tutte le iniziative per la pace sono buone, l'importante è che le facciamo insieme e l'importante è che non si strumentalizzino per altri scopi”.
Al termine del suo discorso Fancesco ha firmato il Libro d'onore: "Dal Regno del Bahrein, 'terra dei due marì, - ha scritto - prego l'Altissimo affinché, dal mare agitato dei conflitti, l'umanità approdi a quello pacifico della convivenza, seguendo la rotta dell'incontro e ritrovando la bussola della fraternità. Grazie per il vostro esempio!".
Prima di recarsi al Forum Francesco ha salutato, nella residenza in cui è ospitato, lo sceicco Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, Ministro della Tolleranza degli Emirati Arabi Uniti, Rustam Minnikhanov, Presidente della Repubblica del Tatarstan, e il Premio Nobel per la Pace (2014) Kailash Satyarthi.
Papa Francesco con il Patriarca Bartolomeo - Ansa / Vatican Media
Nel pomeriggio papa Francesco ha incontrato il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo. L'incontro si è svolto in un clima di fraternità e affetto. Poi il Papa avrà un colloquio privato con il Grande Imam di Al-Azhar Al Tayyebb e incontrerà in moschea i membri del Consiglio musulmano. La lunga giornata di Francesco si chiuderà con l'incontro ecumenico e la preghiera per la pace nella Cattedrale di Nostra Signora d'Arabia ad Awali.