Papa

Il Papa a Verona. Ai detenuti: dolore per i suicidi. Alla Messa: lo Spirito fa armonia

Mimmo Muolo, inviato a Verona sabato 18 maggio 2024

Il Papa riceve un omaggio floreale da un detenuto nel carcere di Montorio



Il Papa è addolorato per i suicidi in carcere e incoraggia: "La vita è sempre degna di essere vissuta". Arrivato nel carcere di Montorio e accolto con gioia sul prato all'interno della struttura carceraria, Francesco sottolinea: "Con dolore ho appreso che purtroppo qui, recentemente, alcune persone, in un gesto estremo, hanno rinunciato a vivere. E' un atto triste, questo, a cui solo una disperazione e un dolore insostenibili possono portare". "Perciò - aggiunge il Pontefice -, mentre mi unisco nella preghiera alle famiglie e a tutti voi, voglio invitarvi a non cedere allo sconforto. La vita è sempre degna di essere vissuta, e c'è sempre speranza per il futuro, anche quando tutto sembra spegnersi. La nostra esistenza, quella di ciascuno di noi, e' importante. Noi non siamo materiale di scarto. E' un dono unico per noi e per gli altri, per tutti, e soprattutto per Dio, che mai ci abbandona, e che anzi sa ascoltare, gioire e piangere con noi. E perdona sempre".

Come sempre, il Pontefice dimostra grande attenzione al mondo della pena. "Conosciamo la situazione delle carceri, spesso sovraffollate, con conseguenti tensioni e fatiche. Per questo voglio dirvi che vi sono vicino, e rinnovo l'appello, specialmente a quanti possono agire in questo ambito, affinché si continui a lavorare per il miglioramento della vita carceraria". "Per me - aggiunge - entrare in un carcere è sempre un momento importante, perché il carcere un luogo di grande umanità. Sì, è un luogo di grande umanità. Di umanità provata, talvolta affaticata da difficoltà, sensi di colpa, giudizi, incomprensioni e sofferenze, ma nello stesso tempo carica di forza, di desiderio di perdono, di voglia di riscatto". "E in questa umanita', qui, in tutti voi, in tutti noi, e' presente oggi il volto di Cristo, il volto del Dio della misericordia e del perdono", ricorda aggiungendo a braccio: "Non dimenticate: Dio perdona tutto e perdona sempre".

Francesco, accolto al suo arrivo dalla direttrice Francesca Gioieni, e dal direttore della Polizia penitenziaria Mario Piramide, oltre che dal saluto di un detenuto, è rimasto a pranzo nel carcere. Proprio la direttrice Gioieni nel suo indirizzo di saluto ha detto: "Non vogliamo essere carcerieri e carcerati, ma una comunità che pur nel rispetto delle regole, riesca a convivere". A Montorio sono rappresentate 40 nazionalità e diverse fedi religiose. Per questo il Papa, al momento di congedarsi ha manifestato l'intenzione di benedire tutti in silenzio, in modo che "ognuno la riceva secondo la sua modalità", ha detto nel rispetto delle differenze religiose.

I 31mila fedeli della Messa del Papa allo Stadio Bentegodi di Verona - ANSA

Dopo il pranzo il Papa si è recato nel Vescovado di Verona per fare visita all'anziana madre di monsignor Pompili. E infine allo Stadio Bentegodi dove ha celebrato la Messa della vigilia di Pentecoste, davanti a 31mila fedeli. Niente omelia scritta, ma parole dettate dal cuore sullo Spirito Santo, che molti, anche nelle nostre comunità, sottolinea, non conoscono. «Una volta un bambino mi disse che è il “paralitico”, anziché il Paraclito. Lo Spirito è il protagonista della nostra vita, ci dà il coraggio di vivere la vita cristiana. È dentro di noi, ma lo ascoltiamo?», chiede il Pontefice. «Tante volte troviamo cristiani che sono come l'acqua tiepida, né caldi né freddi: gli manca coraggio. Inoltre «lo Spirito è quello che ci salva dal pericolo di farci tutti uguali. Fa l'armonia, l'armonia della Chiesa. Ognuno differente dall'altro, ma in un clima di armonia. Cari fratelli e sorelle, - aggiunge il Pontefice - questo è il miracolo di oggi: prender uomini codardi, con paura, e farli coraggiosi. Prendere uomini e donne di tutte le culture, e farli una unità di tutti, fare la Chiesa. Tutti noi abbiamo bisogno dell'armonia, tutti noi abbiamo bisogno che lo Spirito ci dia armonia, nella nostra anima, nella famiglia, nella città, nella società, nel posto di lavoro. Il contrario dell'armonia è la guerra, è lottare uno contro l'altro».