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Udienza. Il Papa ai seminaristi di Napoli: «La Chiesa è un cantiere sempre aperto»

Redazione Romana venerdì 16 febbraio 2024

Il Papa a colloquio con un seminarista napoletano

L'immagine del cantiere per definire la Chiesa e anche la formazione dei sacerdoti. L'ha usata il Papa nel discorso consegnato, senza leggerlo, alla comunità del seminario arcivescovile di Napoli, presente anche l'arcivescovo di Napoli, Domenico Battaglia. All'inizio dell'udienza, infatti, Francesco ha scherzato: «Questo è il discorso che devo dire. Posso leggerlo, così voi potete dormire un po'». Quindi ha deciso di consegnarlo ai presenti. La Chiesa, si legge nel testo preparato «è anzitutto un cantiere sempre aperto. Essa, cioè, rimane costantemente in cammino, aperta alla novità dello Spirito, vincendo la tentazione di preservare sé stessa e i propri interessi».

«Il lavoro principale del “cantiere Chiesa” - prosegue il discorso - è camminare in compagnia del Crocifisso Risorto portando agli uomini la bellezza del suo Vangelo. Questo è l’essenziale. È quanto ci sta insegnando il cammino sinodale, è quanto ci chiede, senza compromessi, l’ascolto dello Spirito e degli uomini del nostro tempo; ma è anche ciò che viene richiesto a voi: essere servitori – questo significa ministri – che sanno adottare uno stile di discernimento pastorale in ogni situazione, sapendo che tutti, preti e laici, siamo in cammino verso la pienezza e siamo operai di un cantiere in costruzione». Agli uomini e alle donne del nostro tempo, perciò, «non possiamo offrire risposte monolitiche e preconfezionate, ma dobbiamo investire le nostre energie annunciando l’essenziale, che è la misericordia di Dio, e manifestandola attraverso la vicinanza, la paternità, la mitezza, affinando l’arte del discernimento».

Anche «il cammino di formazione al presbiterato è un cantiere. Non bisogna mai commettere l'errore di sentirsi arrivati, di ritenersi già pronti davanti alle sfide. La formazione sacerdotale è un cantiere nel quale ognuno di voi è chiamato a mettersi in gioco nella verità, per lasciare che sia Dio ad edificare nel corso degli anni la sua opera». dunque, aggiunge il Papa nel discorso scritto, «non abbiate dunque paura di lasciar agire il Signore nella vostra vita; come in un cantiere, lo Spirito verrà dapprima a demolire quegli aspetti, quelle convinzioni, quello stile e perfino quelle idee incoerenti sulla fede e sul ministero che vi impediscono di crescere secondo il Vangelo; poi lo stesso Spirito, dopo aver ripulito le falsità interiori, vi darà un cuore nuovo, edificherà la vostra vita secondo lo stile di Gesù, vi farà diventare nuove creature e discepoli missionari». «E permettetemi di raccomandarvi una cosa: lavorare sulla maturità affettiva e umana. Senza non si va da nessuna parte», è un'altra delle esortazione contenute nel discorso.

Già dal seminario, infatti, si apprendono quei comportamenti che servono nella vita sacerdotale. «Adorazione e contatto con la Parola. Il gusto della sobrietà evitando gli sprechi; uno stile di vita che vi servirà per essere sacerdoti capaci di donarsi agli altri e di essere attenti ai più poveri; non lasciandovi ingannare dal culto dell’immagine e dell’apparire, ma curando la vita interiore». Il «prendersi cura della giustizia e del creato, temi attuali e scottanti nella vostra terra, che attende in questo senso dalla Chiesa parole coraggiose e segni profetici; a pace e la concordia, superando le divisioni e imparando a vivere nella fraternità con umiltà. E la fraternità è, specialmente oggi, una delle più grandi testimonianze che possiamo offrire al mondo. Il Papa conclude invitando ad affidarsi anche alla intercessione dei santi. San Gennaro, innanzitutto ma pure San Vincenzo Romano, parroco che si è formato nel vostro Seminario, modello di zelo apostolico e di spirito missionario, e il beato Mariano Arciero, che ne è stato padre spirituale, e del quale proprio nel giorno dell'udienza ricorre la memoria liturgica.