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Papua Nuova Guinea. Il Papa a Vanimo con una tonnellata di aiuti. "Custodite il creato"

Mimmo Muolo, inviato a Port Moresby e Vanimo domenica 8 settembre 2024

Il Papa veste un copricapo indigeno donatogli a Vanimo

Quanto pesa la carità del Papa? In questa domenica che Francesco trascorre tra Port Moresby e Vanimo almeno una tonnellata. Come il carico che il Pontefice porta con sé sul C 130 dell'aeronautica militare australiana - vettore straordinario in questo viaggio dall'altra parte del mondo - per donarlo agli abitanti della città sulla costa nord dell'isola di Papua Nuova Guinea, ai confini con l'Indonesia. Una tonnellata, come ha confermato il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, tra medicinali, vestiti, giocattoli e altro materiale. Ci sono anche alcuni strumenti musicali per l'orchestra degli studenti che suonerà a fine giornata per l'illustre ospite. Un dono straordinario e a suo modo simbolico per far sì questa terra "di paradiso" - la definisce proprio così il Papa - non si trasformi in un inferno, a causa della povertà, delle malattie, delle credenze superstiziose, della violenza e anche dello sfruttamento insensato delle ricche risorse del sottosuolo (oro e rame soprattutto). In sostanza, no al riarmo, sia pace tra le nazioni, come sintetizza il Papa all'Angelus. L'uomo viva in armonia con il creato.

In effetti il tema ambientale fa più volte capolino nei discorsi del Pontefice. Francesco è venuto fin qui per testimoniare la sua vicinanza, e quella di tutta la Chiesa, a un popolo lontanissimo ma che è vicino al cuore di Dio, come ricorda nell'omelia della messa celebrata al Sir John Guise Stadium di Port Moresby davanti a 35 fedeli assiepati dentro e fuori dall'impianto sportivo. È il primo impegno di un'altra giornata intensa (l'ultima completa in Papua Nuova Guinea - domani si parte per Dili, capitale di Timor Est), che comprende anche spostamenti in aereo: quattro ore tra andata e ritorno da Vanimo.

Un momento della messa allo stadio di Port Moresby - REUTERS

​La messa allo stadio di Port Moresby

Durante la Messa il Papa lancia un messaggio al popolo papuano. "Anche a voi oggi il Signore dice: 'Coraggio, non temere, apriti! Apriti alla gioia del Vangelo, apriti all’incontro con Dio, apriti all’amore dei fratelli'. Che nessuno di noi rimanga sordo e muto dinanzi a questo invito". Il Papa commenta la pagina evangelica della guarigione del sordomuto e commenta: "Ci sono una sordità interiore e un mutismo del cuore che dipendono da tutto ciò che ci chiude in noi stessi, ci chiude a Dio, ci chiude agli altri: l’egoismo, l’indifferenza, la paura di rischiare e di metterci in gioco, il risentimento, l’odio, e l’elenco potrebbe continuare. Tutto ciò ci allontana: da Dio, ci allontana dai fratelli e anche da noi stessi; ci allontana dalla gioia di vivere".

Ma Gesù è vicino e guarisce la sordità e il mutismo dell'uomo. "Aprirci a Dio, aprirci ai fratelli, aprirci al Vangelo e farlo diventare la bussola della nostra vita", raccomanda il Pontefice, indicando anche l'esempio dei missionari che operano in questa terra. La loro opera viene ricordata anche dal cardinale John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, al termine della Messa. "Ci sono stati momenti molto difficili e duri, con violenze, omicidi, distruzione di proprietà e disastri naturali - afferma - che hanno causato la perdita di vite umane. Preghiamo sempre per la pace, il progresso, la guarigione e le benedizioni".

Il Papa esprime gli stessi auspici subito dopo, all'Angelus, e al termine della celebrazione, in un ambiente dello stadio di Port Moresby, incontra brevemente il Primo Ministro di Papua Nuova Guinea, James Marape.

Si parte per Vanimo

Quindi si parte per Vanimo, una città di 11mila abitanti, nota per le sue spiagge di sabbia bianca e la barriera corallina ancora incontaminata che richiama numerosi turisti e surfisti. Una città che vive soprattutto sul commercio del legname, il kwila, esportato prevalentemente in Cina, ma ha larghe sacche di povertà. Papa Francesco ci arriva su invito dei missionari argentini che conosce fin dai tempi di Buenos Aires. Sul C 130, oltre agli aiuti, trova posto anche il golf cart che farà da papamobile a Vanimo. Per il Papa inoltre sono stati installati dei sedili più comodi di quelli laterali solitamente usati dai militari. I militari gli chiedono selfie, che lui concede sorridente. Il comandante Andrew Morgan dice: "Mai avrei immaginato di avere il Papa a bordo". Il pool dei giornalisti al seguito viaggia invece su un Fokker 70 di Air Niugini, una compagnia locale che effettua il servizio passeggeri sulla tratta.

Il grande benvenuto galleggiante nella baia di Vanimo - Pool Aigav

All'arrivo l'accoglienza è straordinaria. "Welcome Pope Francis", dice una scritta a caratteri giganteschi che galleggia nella baia e che il Papa può leggere dall'aereo. Sulla spianata che ospita l'incontro, oltre al vescovo di Vanimo, Francis Meli, ci sono 20mila fedeli da tutta la regione. Molti i gruppi di indigeni con i loro tipici costumi. Una bambina, che dice di essere nata con una malformazione alle gambe poi guarita, dopo la testimonianza, dona al Pontefice un copricapo piumato, segno di autorità, che Francesco indossa per diversi minuti. Fa molto caldo, il clima è umido, ma l'entusiasmo è più forte. Parte anche una danza tradizionale in abiti molto succinti, scandita dal rullare dei tamburi.

"Voi siete esperti di bellezza - dice il Papa alla folla - perché ne siete circondati! Vivete in una terra magnifica, ricca di una grande varietà di piante e di uccelli, in cui si resta a bocca aperta davanti a colori, suoni e profumi, e allo spettacolo grandioso di una natura che esplode di vita, evocando l’immagine dell’Eden". E tuttavia è una bellezza, nota Francesco, ferita da rivalità, divisioni tribali, da paure date da superstizione e magia, da sfruttamento, alcool e droghe. “Mali che imprigionano e rendono infelici tanti fratelli e sorelle, anche qui”. Bisogna che alla bellezza della natura corrisponda anche la bellezza d'animo delle persone. "È questo il dono più prezioso che potete condividere e far conoscere a tutti, rendendo Papua Nuova Guinea famosa non solo per la sua varietà di flora e di fauna, per le sue spiagge incantevoli e per il suo mare limpido, ma anche e soprattutto per le persone buone che vi si incontrano; e lo dico specialmente a voi, bambini, con i vostri sorrisi contagiosi e con la vostra gioia prorompente, che sprizza in ogni direzione. Siete l’immagine più bella che chi parte da qui può portare con sé e conservare nel cuore".

La scuola di Baro dove il Papa ha incontrato gli alunni e un gruppo di missionari - Reuters

L'orchestra degli alunni

Molti infatti i bambini presenti sulla spianata. Il Papa loda ancora una volta i missionari, spesso laici catechisti, che vanno in zone di foresta pluviale, tra comunità senza luce né acqua potabile, isolate dal resto del territorio, e invita la comunità a sostenerli. Soprattutto però occorre vivere "uniti in armonia con Dio e con i fratelli, rispettando la casa comune e custodendovi a vicenda”, sottolinea. In tal modo si formerà “una grande orchestra” capace di “ricomporre le rivalità, di vincere le divisioni - personali, familiari e tribali - di scacciare dal cuore delle persone la paura, la superstizione e la magia; di porre fine a comportamenti distruttivi come la violenza, l’infedeltà, lo sfruttamento, l’uso di alcool e droghe". “Ricordiamolo - conclude Francesco - l’amore è più forte di tutto questo e la sua bellezza può guarire il mondo”, prima di affidare questa gente alla Vergine Maria e di offrire una rosa d'oro all'immagine mariana.

Un'orchestra di studenti, accoglie infatti Francesco nella Holy Trinity Humanistic School, gestita dalla parrocchia della Santa Trinità, a Baro. Qui, dove l'Oceano dista poche decine di metri, studiano 400 allievi nella primaria e 100 nella media. Il Papa ascolta il breve concerto che gli studenti gli dedicano e poi incontra in forma privata un gruppo di missionari. Quelli ai quali toccherà di moltiplicare la tonnellata di affetto del Papa per questa gente.